Calcio, Florenzi: «Giocare per la Roma? Grande orgoglio e grossa responsabilità»

Il centrocampista giallorosso si racconta in una lunga intervista: «Totti e De Rossi? Per me sono fondamentali»
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ROMA - «Avrò avuto quattro o cinque anni quando ho cominciato a vedere le partite in tv con mio padre. Lì ho iniziato a capire cosa fosse quella squadra che giocava con i colori giallo e rossi». Alessandro Florenzi si racconta in una lunga intervista al sito ufficiale della Roma. La passione per il calcio lo ha sempre accompagnato sin da piccolo: «Mi sono ben presto innamorato del pallone, è tutto sbocciato dentro casa. L’unica persona meno contenta di questa storia era mia madre, dato che le ho rotto un bel po’ di cose. Mio padre giocava a calcio, è arrivato a calcare i campi fino alla Promozione. Stessa cosa mio fratello, ha giocato a Cassino prima di smettere».

«TOTTI? MI MISE SUBITO A MIO AGIO» - Il modello del centrocampista giallorosso non poteva che essere Totti: «Era il più gettonato da tutti nella capitale. Poi, però, quando sono cresciuto ho iniziato ad ammirare Cesc Fabregas. Il capitano? Quando lo vidi per la prima volta mi mise in soggezione, in seguito bastò una battuta e un saluto per mettermi subito a mio agio». Nella stagione 2001/2002 la prima volta con la Roma: «Iniziai con la categoria Esordienti. Ero un po’ emozionato, ma alla fine passò tutto. Alla fine c’era sempre un pallone in campo e c’era da divertirsi…». Nei ricordi di Florenzi c’è spazio anche per De Rossi: «No, non lo incontrai a Trigoria. Eravamo a mare, a Ostia, dove lui è nato e viveva. Ci salutammo e parlammo. Dopo qualche anno me lo sono ritrovato in prima squadra. Ho un ottimo rapporto con lui e Francesco. La loro presenza è stata fondamentale, sono state le persone che più mi hanno aiutato. Mi hanno supportato e consigliato dalla A alla Z. Francesco ti ispira, Daniele è un esempio per l’atteggiamento in campo e la cattiveria calcistica».

LE PRIME VOLTE - La Roma nel 2001 vinse lo scudetto e il jolly giallorosso aveva soltanto dieci anni. «Mi ricordo benissimo l’ultima di campionato contro il Parma, che vidi da casa. Insieme a mio padre andai in giro per la città, fu una festa indimenticabile». Dieci anni dopo, invece, il debutto tra i grandi. «Maggio 2011, Roma-Samp all’Olimpico. Bastò un sorriso di Francesco per rendermi subito più tranquillo. Erano solo gli ultimi tre minuti di gara, ma devo dire che è stata davvero una grande emozione. I miei erano in tribuna a vedermi». Il primo gol in Serie A in un Inter-Roma. «Realizzai una rete di testa su assist di Totti, che bello. Un momento speciale, che ricorderò per sempre».

UN ROMANO A ROMA - Il fatto di giocare per la squadra della propria città non è, secondo Florenzi, un ostacolo: «È un grande orgoglio, ma anche una grossa responsabilità. Bisogna cercare un equilibrio e vedere le cose sotto questa prospettiva».


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