Curve divise, il questore di Roma: «Aperti al dialogo, ma l'Olimpico è dei romani»

D'Angelo: «Siamo disponibili a lavorare con il Coni e con le società romane». Aumentano i Daspo (più 275 per cento), calano drasticamente gli spettatori allo stadio
Curve divise, il questore di Roma: «Aperti al dialogo, ma l'Olimpico è dei romani»© Bartoletti
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ROMA - «Siamo disponibili a lavorare con il Coni e con Roma e Lazio, ma il dialogo può esserci solo nella cornice della legalità, che vogliamo rispettata». A parlare è il questore di Roma, Nicolò D'Angelo, durante la presentazione del rapporto sulla sicurezza nella Capitale nel 2015. Un'occasione utile anche per fare il punto sulle misure di sicurezza introdotte allo Stadio Olimpico e decise dal prefetto Franco Gabrielli. Dall'inizio della stagione 2015-16, le curve Nord e Sud sono divise con barriere mobili, un provvedimento fortemente contestato dagli ultras delle due società. Nel 2015 si è registrata una forte impennata dei Daspo, i divieti di assistere alle manifestazioni sportive (più 275 per cento) e, per quanto riguarda le presenze allo stadio, l'anno passato si è chiuso con un calo netto: meno 13 per cento per la Lazio e meno 39 per cento per la Roma, secondo i dati dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. «Ciò è stato dovuto ai motivi che ben sapete - ha detto il questore ai giornalisti, riferendosi alla protesta dei tifosi delle curve, che stanno lasciando vuote le gradinate -. A Roma il nostro problema è solo fare un tifo sano, con le regole previste. Siamo disponibili a lavorare con il Coni e con le società romane. Ma il dialogo può esserci solo nella cornice della legalità, che vogliamo rispettata. Lo stadio è dei cittadini romani».


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