Serie A Roma, Spalletti: «Niente alibi, vincere subito»

Il tecnico di Certaldo: «Dobbiamo risalire e in fretta, ho grandi giocatori»
Valerio Minutiello
13 min

ROMA - Spalletti torna a Roma dopo più di sei anni e per la prima volta parla in conferenza, in una sala stampa super affollata a Trigoria. La presentazione coincide con la consueta conferenza precampionato, alla vigilia del debutto del tecnico di Certaldo in campionato, contro il Verona domani alle 15 allo stadio Olimpico. 

LA CONFERENZA INTEGRALE

PARLA IL DG BALDISSONI

«Buonasera, il cambio dell'allenatore è sempre la certificazione di un qualcosa che non sta funzionando, ma allo stesso tempo è anche la prima scelta per una possibile soluzione e questo ci consente di viverla con entusiasmo, l'entusiasmo di un nuovo inizio. Perché i problemi della Roma non sono cambiati e non cambieranno. Consentitemi ancora una volta di ringraziare Rudi Garcia per i risultati ottenuti in campo ma soprattutto per la passione che ha messo nel suo lavoro».

SPALLETTI, LE PRIME PAROLE

«Io sono tornato qua perché ho già allenato la Roma e so quanto è bello allenare questa squadra in questa città- Questo è il motivo per cui sono tornato. Naturalmente ci vorra un po' di tempo per essere al passo, delle migliorie, delle cose nuove create a Trigoria, e sono molte, per questo ho deciso di restare qui, così le imparo prima. Ci posso mettere qualcosa in più sopra. La prima impressione è stato un buon allenamento, il primo. Però poi si è confermata la buona impressione anche nel secondo allenamento e nel terzo, ho trovato ragazzi attentissimi sotto l'aspetto della voglia, al livello che io chiedevo. Questo è il miglior messaggio che potevo ricevere dalla squadra. Qualcuno era dispiaciuto giustamente per Garcia, e sapevo che ci fosse il pericolo che nei primi allenamenti fossero un po' amareggiati per quello che era successo. Anche a me dispiace per Garcia, che ha fatto delle buone cose, perché ha lasciato anche dei record. Farà sicuramente la sua carriera, in bocca al lupo Rudi».

IL PROBLEMA È LA PREPARAZIONE ATLETICA?

«Sono convinto che in questo calcio i segnali che può mandare la testa alle gambe sono più importanti che il contrario. Quando si parla di preparazione il discorso è più ampio perché bisogna includerci il tempo passato fuori dal campo. Quando si fa questo lavoro si cerca sempre la strada più breve e la strada più breve, non è quella di rifare la preparazione per altri tre mesi. I giocatori non hanno alibi. Siamo in ritardo, noi abbiamo solo una strada, vincere subito. O vinciamo o le stesse persone che erano in aeroporto e mi hanno salutato in maniera affettuosa e calorosa, saranno lì che mi prendono per un orecchio e mi fanno fare il giro della città. Ho un vantaggio, che la conosco già, però me lo faranno fare lo stesso».

CHE EMOZIONE HA PROVATO AL RITORNO? 

«Ho trovato tantissime persone a Trigoria che lavorano per il bene della Roma, ritrovare tutte queste persone mi ha emozionato»

QUANDO VEDREMO LA ROMA DI SPALLETTI?
«Si passa sempre attraverso la squadra. Io spero fin da subito sennò sarebbe un problema perché ho visto che le altre corrono moltissimo, noi siamo in ritardo. Perciò dobbiamo partire forte, subito sterzare e riappropiarci delle nostre qualità. Mi aspetto da domani una reazione fortissima, che faccia capire di che stofffa è fatta la maglia di questa squadra»

OBIETTIVO SCUDETTO O CHAMPIONS?

«Pensavo non mi faceste questa domanda. Il primo impatto deve essere la prima partita, la prima settimana di lavoro, quello che la squadra riesce a cambiare velocemente. Se riusciremo a fare questo, poi vedremo».

FLORENZI, PJANIC, GERVINHO, COME LI VEDE?

«Florenzi è un 2 o un 7? Secondo me un 3,5 o un quattro e due quarti. L'ho visto giocare bene in più ruoli quindi non sarà un problema. Questo argomento si può ampliare. Il nostro è un calcio di livello, grazie agli allenatori che ci sono. Ci sono molti giocatori che interpretano più ruoli, che sanno fare più ruoli. Anche i moduli 4-2-3-1, 4-3-2-1...Il nostro calcio si è elevato è più elevato, più di squadra. Il Napoli ha già giocato in due moduli diversi, la Fiorentina, l'Empoli, a me piace il Torino. Questa elasticità qui è quella che ci avvicina di più al calcio europeo, che a me piace» 

PRESUPPOSTI CHE LA CONVINSERO A DIMETTERSI SONO ANCORA QUI?

«Sono venuto qui perché allenare la Roma è bellissimo per cui il resto è tutto cancellato, per me è tutto nuovo. Poi sono venuto qui perché me lo hanno chiesto tre tifosi speciali a cui non potevo dire di no, sono i miei figli. Mia moglie mi ha mandato la foto di mia figlia Matilde di quattro anni con la sciarpa della Roma, abbiamo una tifosa in più»

MERCATO

«Prima di tutto devo conoscere i miei calciatori, di alcuni non conosco bene le qualità e sono in ritardo perché domani si gioca e devo fare la formazione. Se li ha scelti Sabatini che è un grandissimo dirigente apprezzato da tutti delle qualità le hanno. È chiaro che poi ci sarà un confronto e parleremo delle cose che possono essere aggiustate, ne discuteremo. Avevo fatto un regalo a Sabatini, ma per ora lo tengo per me».

REGALO PER PALLOTTA? 

«A Pallotta porterò una maglietta della Curva perché quella che aveva quando mi ha incontrato gli sta un po' stretta. È venuto ad aprirmi con la maglia della Roma, quella nera con lo stemma grande, ma gli sta un po' aderente. L'ho detto anche a lui»

TOTTI

«Su Francesco è facile, io gli ho dato più di tutto quello che avevo quando allenavo la Roma. Ho cercato di non disturbare il suo talento e la sua qualità. Ora sarò in sintonia con il suo pensiero. Sul contratto è un rapporto diretto tra lui e Pallotta. Con l'età che ha Totti, con quello che è stato lui, io non posso influenzare nulla, ed è giusto che sia così».

4-2-3-1 O NUOVA ROMA

«In quel contesto è stato creato perché avevo degli interpreti che lo sviluppavano bene, però poi andando fuori avendo nuove esperienze ho imparato che la soluzione è aprire, assorbire, conoscere. E mi sembra di aver conosciuto qualcosa di nuovo. Quel 4-2-3-1 faceva delle cose meravigliose, io mi divertivo, a volte mi eccitavo durante l'allenamento. A un certo punto ho detto finché non cambiano le misure del campo sarà 4-2-3-1. Ora si farà anche qualcosa di diverso. La squadra deve essere pronta ad assimilare subito belle notizie, sennò si fa tardi».

ROMA STRANIERA, PUO' CREARE DUBBI?

«Non è dipeso da quello che loro mi hanno messo sul piatto. A me faceva piacere allenare la Roma per cui è stato facile subito. È chiaro che poi se conosci in profondità delle cose ti vengono delle idee o delle richieste da fare e quello sarà fatto dalla prossima settimana. In passato ho avuto società vicine che poi non hanno dato quel contributo. La differenza la facciamo noi qui dentro. Lui ha una passione sfrenata per questa squadra, ve lo assicuro io perché ho visto come gira per casa. Questo per noi deve essere importante. Quelli che vestono la maglia della Roma lo devono percepire e secondo me l'hanno percepito che amore c'è in questa città per questa squadra. Francesco avrà sicuramente trasferito l'amore che c'è per questa squadra per cui ora c'è solo da fare dei punti in fretta».

GARCIA, STROOTMAN E CASTAN

«Garcia secondo me ha fatto un buon lavoro perché io ho visto giocare partite splendide a questa squadra. Lui ha il suo modo di lavorare, il suo credo, ha fatto quello che doveva fare. Io probabilmente cambio qualcosa, voglio cambiare qualcosa, poi l'obiettivo è sempre questo: dare alla squadra un gioco che sia riconosciuto e che la faccia prevalere sull'avversario. Questi calciatori sanno adattarsi. Io penso che una squadra forte si faccia da un centrocampo forte, e noi abbiamo un centrocampo fantastico. Il 90 percento del gioco passa da lì, se questo 90 percento lo devono gestire questi che abbiamo mi dà fiducia, perché Strootman migliora ogni giorno. Leo oggi l'ho visto in allenamento, gli ho detto come stai? Bene. Gli ho detto, "Se ti faccio giocare domani? Vedrai che prestazione che faccio". In questi giorni lui si è allenato, ha fatto tutto quello che doveva fare bene. La risposta la dà il campo».

GLI AUGURI DI ANCELOTTI

«Ancelotti mi ha fatto gli auguri, poi mi ha chiesto 3/4 centrocampisti nostri, perché sa che sono forti».

I TIFOSI

«Questa vicenda mi dispiace moltissimo. Io sono in ritardo per le mie cose non ho potuto mettere a fuoco bene cosa è successo, ma ti ferisce il cuore vedere questo stadio con poche migliaia di tifosi dentro, se penso a quel periodo quando abbiamo fatto grandi risultati in Champions ed era pieno, è desolante. Per fare grandi risalite, servono più qualità. Una grande squadra sicuramente. Perché noi dobbiamo fare una grande risalita, se guardiamo alle squadre davanti a noi diventa un'impresa difficile. Poi ci vuole una grande società, un allenatore che faccia meno danni possibili, e poi ci vuole una Curva strapiena che ruggisce, e che poi canta anche un inno prezioso, come "Grazie Roma". Siccome in tanti mi hanno mandato messaggi d'affetto quando non c'ero ora mi devono sostenere. Per me la Sud domani è piena».

CONFRONTO CON IL PRIMO SPALLETTI

«Non ho proprio preso in considerazione i rischi di un paragone. Sono sicuro di aver allenato una buona squadra e sono sicuro di quello che ho visto, che questa è altrettanto una buona squadra. Per cui bisogna riproporre un buon calcio e giocarcela con chiunque, come ha fatto l'altra squadra. E sono sicuro che possiamo farlo». 

DZEKO 

«Se fossi arrivato ora alla Roma e mi avessero detto, che centravanti vuoi oltre a quelli che hai già? Avrei detto Dzeko, e ce l'ho già».

DE ROSSI

«De Rossi diventa fondamentale, è il giocatore che ha più esperienza, più qualità, il giocatore a cui puoi chiedere più cose perché le sa interpretare tutte. E lui ha dato la sua più completa disponibilità, anche quella di fare qualcosa di particolare, che mi ha fatto piacere ma che non posso dire».

 

 

 

 


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