ROMA - Lontano dagli occhi, ma non dal cuore. James Pallotta lo aveva premesso e promesso, una volta deciso l’esonero di Garcia: «Siamo tutti in discussione». Anche Sabatini, che infatti accompagnerà coerentemente all’uscita l’allenatore che aveva scelto e difeso a oltranza. I dubbi non erano soltanto del direttore dimissionario. Erano anche del padrone.
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RIVOLUZIONE - Stava fisicamente dall’altra parte del mondo, Pallotta, eppure vigilava con fermezza sulle carenze tecniche e sulle intemperanze caratteriali della squadra. Anche (non solo) grazie al braccio destro Alex Zecca, che spesso frequenta Trigoria senza avere una qualifica - e una stanza - da dirigente.
PAGELLE ROMA, SOLITO DZEKO - CLASSIFICA
TUTTO NUOVO - È interessante osservare il management che sta prendendo forma, rispetto agli albori della proprietà bostoniana. Il 18 agosto 2011, giorno zero del nuovo corso, la Roma si schierava così: presidente Thomas DiBenedetto; amministratore delegato Claudio Fenucci; direttore generale Franco Baldini; direttore sportivo Walter Sabatini; allenatore Luis Enrique; team manager Salvatore Scaglia; responsabile medico Michele Gemignani.
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