Roma-Torino: fra Dzeko e Belotti è un duello a suon di gol

Quota 18 per il giallorosso, a 17 segue il granata. Non solo solo finalizzatori ma anche assist-man: ecco tutti i loro numeri
Roma-Torino: fra Dzeko e Belotti è un duello a suon di gol
Roberto Maida
3 min

ROMA - Mentre Hart, da vecchio amico, consola Dzeko, il gallo Belotti scuote la cresta sotto alla curva Maratona. Sono scene di un girone fa, non di un altro mondo. Dopo l’andata fra Torino e Roma, stravinta dagli sfrontati ragazzi di Mihajlovic, la percezione generale era di un duello impari. Andrea Belotti rappresentava l’irruenza della novità, la freschezza atletica di un centravanti moderno; invece Edin Dzeko appariva come il vecchio campione immalinconito da un calcio che non capiva. Eppure la differenza, già all’epoca, era di un solo gol: Belotti 5, Dzeko 4. Possibile che il gap nell’indice di gradimento fosse così visibile?

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RIECCOLI - Cinque mesi dopo, Dzeko e Belotti tornano di fronte nell’altro Olimpico, quello romano, dove Spalletti festeggia sempre proprio dalla partita contro i granata giocata l’anno scorso. Da allora, a cominciare dal sorpasso funambolico di Totti, la Roma ha vinto 15 partite di fila in campionato, incluso il derby giocato per calendario in trasferta. E grazie alla vena di Dzeko punta alla sedicesima consecutiva dentro allo stadio di casa.

Adesso si sta divertendo lui, che contende a Higuain lo scettro dei cannonieri a quota 18 gol e ha toccato quota 28 in stagione, mentre Belotti è un gradino sotto, a 17, ma con una media realizzativa migliore: un gol ogni 107 minuti contro i 114 di Dzeko.

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CONFRONTO - Sono due centravanti diversi, Dzeko e Belotti. Non solo per la differenza di età e di esperienza (Dzeko è del 1986, Belotti del 1993) ma anche nel modo di interpretare il ruolo. Non potrebbe essere altrimenti, viste le caratteristiche morfologiche: a parità di peso, più o meno, Dzeko è alto 8 centimetri in più. Difficile accostare un cigno a un toro. Eppure l’efficacia e l’efficienza sono simili grazie alla disponibilità al sacrificio e al lavoro di squadra che li accomuna. Dzeko è un ballerino d’opera, Belotti è un cantante rock. Sono l’eleganza contro la tenacia, il dialogo contro la lotta. Ma non sono finalizzatori solisti. Sono invece attaccanti che vivono dell’interesse comune. 

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