Stadio Roma, Franceschini: «Sulla questione decide il governo»

Il ministro dei Beni culturali parla del vincolo imposto dalla soprintendenza e dà speranza al club
Stadio Roma, Franceschini: «Sulla questione decide il governo»© ANSA
Marco Evangelisti
3 min

ROMA - Non è ancora finita, anzi. Per il momento il ping pong sullo stadio va avanti, ciascuno rimanda la pallina nel campo opposto anche se la rete adesso è decisamente più alta per via del parere della soprintendenza, che ha dichiarato intoccabile la tribuna del vecchio ippodromo di Tor di Valle come opera di architettura moderna e pure la pista come non si sa bene che cosa, forse per la disposizione particolarmente artistica di granelli di sabbia e ciottoli di riporto. Vedi alle volte che cosa salta fuori dalla pioggia, dal vento e dalle impronte dei cavalli, che peraltro lì non corrono da quattro anni.

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SPERANZA - Il progetto del nuovo stadio della Roma non è morto, tutt’altro. Vero che lo stanno tenendo in vita artificialmente per darsi fastidio gli uni con gli altri, il governo al Comune retto dal Movimento 5 Stelle, il Comune alla regione Lazio a maggioranza Pd e viceversa. Ma proprio dall’accanimento terapeutico può uscire una rianimazione improvvisa.

(…)

PARLARE CHIARO - Poi il governo, che nonostante la crisi interna del Pd non dorme nello sgabuzzino, ha provveduto a effettuare il suo colpo a ping pong. Mandando avanti, naturalmente, il ministro dei beni culturali Dario Franceschini, al quale peraltro erano giunte domande di chiarimenti anche dalla Roma. E Franceschini se l’è cavata senza esporsi eccessivamente ma parlando chiaro: «Su vincoli e pareri le soprintendenze sono autonome e indipendenti. Il ministro non può condizionarne le scelte. Se intervenissi per cercare di influenzare procedimenti in corso violerei la legge, commetterei un atto illecito. Esistono percorsi amministrativi e giurisdizionali che consentono a tutti gli interessati, privati o istituzionali, di tutelarsi». E già questo accenno alle tutele appare come una presa di distanza dalla decisione della soprintendente Margherita Eichberg. In più: «Come previsto da uno dei decreti della riforma che porta il nome della ministra Madia (la cosiddetta legge sugli stadi, ndr), a conclusione dell’iter in conferenza dei servizi la decisione finale, per la parte di competenza statale, potrà essere portata alla decisione del consiglio dei ministri».

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