Dzeko: «Non gioco e non corro? Ma dai! Roma è una città unica»

L'attaccante bosniaco si confessa a poche ore dalla sfida con il Chelsea: «Roma è una città speciale, c'è un amore immenso per la squadra. Niente in confronto all'Inghilterra o alla Germania»
Dzeko: «Non gioco e non corro? Ma dai! Roma è una città unica»© ANSA
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ROMA - «Niente è come Roma, questa è una città speciale». Così l'attaccante giallorosso Edin Dzeko ha parlato in una lunga intervista concessa al Guardian in occasione della partita di Champions di stasera contro il Chelsea a Londra. Al quotidiano inglese l'attaccante bosniaco ha confessato tutto il suo amore per i tifosi giallorossi: «Le persone a Roma sono pazze per il calcio, nulla è paragonabile a Roma. C'è una passione smisurata che non ho mai visto nè in Germania, nè in Inghilterra. A Manchester potevo uscire a cena o fare una passeggiata, le persone mi fermavano ed educatamente mi chiedevano una foto volta per volta. A Roma è impossibile camminare in città per me».

Le parole di Dzeko sono solo positive, nessuna ombra di critica: «I tifosi sono positivamente appassionati, amano il loro club e i loro giocatori e l'attenzione in città è enorme tutti i giorni. Ovviamente cresce anche la pressione ma io amo questa situazione, la passione e l'amore è ciò per cui esiste il calcio», ha proseguito Edin che ha poi voluto bacchettare chi lo critica in campo: «Non corro? Non do il mio meglio? Dai! È uno scherzo. Posso garantire che nessuno in tribuna o davanti alla TV vuole vincere più di me. Il mio approccio è lo stesso in ogni partita, non mi importa contro chi o cosa giochiamo, voglio solo segnare un gol o aiutare la mia squadra a segnare un gol in modo che possiamo vincere la partita. Le critiche quando si gioca male fanno parte di questo mondo, ci convivo serenamente. Il problema per me è solo l’insulto. Quello fa più male. Questo è il periodo dei social network e ognuno ha la possibilità pubblicamente di dire quello che pensa. Non importa quanto illogico o stupido possa essere, ognuno ha il diritto di insultarti. Le persone pensano di tenerci di più rispetto a me ma questo non è affatto vero. Quello che la gente non vede è che tu sei anche un essere umano e che hai dei problemi come tutti gli altri», ha proseguito Dzeko.

«In Italia conoscono molto bene il calcio e ci sono molte persone che cercando di analizzarlo in profondità. Mi piacciono quando leggo giornali o vedo programmi tv che mettono la qualità davanti a tutti. Se ho letto cosa scrivevano in Inghilterra? No, per essere onesti non l’ho fatto. L'italiano l'ho imparato leggendo molto, è un'abitudine che ho mantenuto», ha poi dichiarato Dzeko.

L'attaccante ha raccontato la sua infanzia in Bosnia: «Non ne ho avuta una serena. Io lo definisco un periodo di sopravvivenza. Ero un ragazzino quando la guerra è scoppiata e non ero consapevole di molte cose, ma la guerra ti fa crescere più velocemente, ti costringe ad imparare cose che non avresti mai imparato vivendo la vita in modo diverso. Ho sempre amato il calcio, non avrei potuto vivere senza calcio, anche durante la guerra, ma non ho mai pensato di diventare una stella. Giocavolo solo per l’amore di questo sport. E lo farò ancora. Amo il gioco, mi piace guardarlo, leggerlo, parlare e, soprattutto, giocarlo. Alla guerra non penso quasi mai e non ne parlo mai in famiglia ma qualcosa mi è rimasto: odio perdere, odio quando sbaglio le occasioni, ma cose come queste devono rimanere nel calcio. Poi ti siedi, pensi a ciò che è stato veramente terribile nella tua vita, quando non avevi da mangiare, bere o abiti normali da indossare, come tutti intorno a te. E vedi che le cose vanno meglio adesso. Ora siamo consapevoli che c’è sempre di peggio nella vita», ha concluso Dzeko.


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