Roma, Di Francesco: «Non dobbiamo sentirci "bravini"» 

Il tecnico della Roma: «Possiamo fare ancora meglio, per la corsa scudetto dobbiamo inseguire»
Roma, Di Francesco: «Non dobbiamo sentirci "bravini"» © LaPresse
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ROMA - «C'e' grande compattezza di squadra: più che migliorare, vorrei si continuasse così». Lo ha detto il tecnico della Roma, Eusebio Di Francesco, alla vigilia della trasferta di campionato contro la Fiorentina. «L'entusiasmo per la vittoria col Chelsea ci da' consapevolezza ma non dobbiamo peccare di presunzione e sentirci 'bravini' - spiega l'allenatore giallorosso in conferenza stampa - La squadra fa gol ed ha grande solidità difensiva: dobbiamo continuare su questa strada concedendo poco agli avversari, anche se si può migliorare ancora nei meccanismi e nello stare insieme. Sono soddisfatto di quanto fatto in questo mini-ciclo da sosta a sosta ma non mi accontento, aspetto la partita di domani che ritengo molto delicata».

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LA CARICA - Di Francesco non vuole fermarsi dopo l'impresa con il Chelsea: «Domani  con la Fiorentina - dice il tecnico della Roma in conferenza stampa - voglio che la squadra interpreti la gara come ha fatto col Chelsea, con la stessa determinazione. Ci siamo anche noi per lo scudetto? Siamo in ritardo rispetto alle altre e stiamo inseguendo, Ma già il fatto di essere lì con una partita in meno è importante. Sicuramente rigiocherà, gli altri due posti del tridente invece li devo ancora decidere. Ci sono tanti aspetti da valutare e per quanto riguarda la formazione, sinceramente, in alcuni ruoli non ho ancora deciso. Aggiungo poi che sarà convocato per la prima volta Emerson, è pronto per la panchina e di questo sono molto contento».

TURN OVER - L'impressione è che l'allenatore abruzzese farà ruotare i suoi uomini anche contro la Fiorentina: «Meno turnover domani? Non lo so, valuterò. A volte ci sono delle esigenze da considerare, come giocatori che non hanno recuperato dopo partite ravvicinate e importanti, e con il Chelsea è stata una gara davvero dispendiosa. Sicuramente cambierò ancora qualcosa». Non cambia invece idea sul suo approdo in giallorosso. «In passato sono stato vicino alla panchina della Fiorentina, quanto non lo so. Ma è una storia vecchia - taglia corto Di Francesco -. Sono stato lusingato ma poi finisce lì, ora sono contentissimo di stare qui. Da giocatore ero felice di aver scelto la Roma ed è così anche da allenatore, a me piace anche con tutti pregi e difetti dell'ambiente». Stuzzicato poi sul discorso legato all'aperura della Curva Sud ai tifosi laziali, e sulla squalifica di Manolas con la Grecia per un cartellino giallo rimediato di proposito dal difensore, Di Francesco risponde con sincerità: «Se penso che l'Italia sia rimasta indietro riguardo al discorso della lealtà sportiva? Sicuramente sì, ma i furbi li fanno anche all'estero. Poi ci sono gli organi competenti che si devono occupare di tutto ciò. Certo, sono convinto che siamo migliorati già tanto, c'è più attenzione e anche maggiore cultura, però si può fare sicuramente meglio». 

DZEKO - I gol di Dzeko arriveranno, ma a Di Francesco piace anche questa versione: «È un discorso di collettivo, quando non segna l'attaccante è importante che la squadra lo faccia. Sono molto contento di Dzeko, del lavoro che sta facendo, è determinante, poi i gol arriveranno. Per come aggredisce, per il lavoro che fa, è determinante».

EL SHAARAWY - A stupire in questo momento è El Shaarawy: «Quando l'ho messo a destra con l'Inter sembrava non potesse giocare, col Chelsea ha fatto due gol e ci può stare alla grande. Quando un giocatore lavora e capisce quello che voglio, sono contento. Però non mi accontento, perché El Shaarawy ha un grandissimo potenziale».


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