Roma, il retroscena su Manolas e il Fair Play Finanziario

La mancata cessione del difensore greco ha impedito per pochi milioni di rispettare il fair play finanziario
Roma, il retroscena su Manolas e il Fair Play Finanziario© LaPresse
Roberto Maida
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ROMA - Un rifiuto, un dietrofront imprevisto. Questo ha determinato la smagliatura del bilancio che la Roma ha dovuto spiegare ieri mattina alla commissione Uefa di controllo sul fair play finanziario. La strategia della Roma per raggiungere il break-even prevedeva la cessione di Manolas entro il 30 giugno, con una plusvalenza che avrebbe sistemato i conti, ma il cambio di programma con il rapido dirottamento su Rüdiger ha impedito al direttore finanziario Giorgio Francia di arrivare a dama.

DUE ORE - Di poco però. Si tratta di un’irregolarità di una manciata di milioni rispetto ai paletti del fair play che - è bene ricordarlo - non richiede il pareggio del bilancio assoluto ma lo “zero” tra ricavi e costi al netto di imposte e investimenti su infrastrutture e settore giovanile. Quindi il -42 contabilizzato nell’ultimo esercizio è un risultato economico negativo ma non determinante in questo contesto, come la stessa Uefa ha verificato nelle due ore di riunione in Svizzera. In un clima sereno la Roma ha presentato i suoi documenti che attestano un percorso virtuoso di tre anni, dal giorno del cosiddetto settlement agreement (l’accordo di patteggiamento) del maggio 2015 in poi, che soltanto un problema imprevisto dell’ultimo momento ha impedito di completare.

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