Pagina 2 | «Di Francesco ci ha cambiato, la Roma merita di vincere», parola di Alisson

ROMA - È il personaggio del momento e non solo in Italia, dove ha stupito addetti ai lavori e avversari al suo primo anno da titolare nella Roma. Anche fuori dalla Panisola tutti si sono accorti di Alisson Becker, ora il portiere più corteggiato al mondo ed entrato nel mirino di grandi club come Real Madrid e Psg. Il portiere del Brasile però, sembra per il momento stare bene in giallorosso e pare non vedere l'ora di sfidare il Barcellona nei quarti di finale della Champions League«In Brasile ho giocato la Libertadores ma non 'è paragone con la Champions in relazione ai tifosi e a ciòche c'e' fuori dal campo - ha detto il 25enne numero uno brasiliano ai microfoni di Roma Tv durante la trasmissione TeamMate -.  Qui i tifosi cantano in una maniera diversa, quando entro in campo mi sento un grande lupo (ride, ndr) e questo raddoppia la mia voglia di giocare. Penso che tutta la Roma comunque sia cresciuta in questi ultimi 5 anni nell'atteggiamento della squadra e nel dimostrare la voglia di vincere». Alisson si è poi confessato parlando di tutto, dai suoi sogni professionali al rapporto con i compagni fino ad alcuni aspetti della sua vità privata. Andiamo a scoprire cosa ha detto...


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IL RAPPORTO CON DI FRANCESCO...
Iniziamo dal suo giudizio sul tecnico Eusebio Di Francesco: «Non lo conoscevo tanto ma ho un gran rapporto con lui, mi trovo bene - ha affermato Alisson -. È un bravo allenatore. Ha cambiato il nostro atteggiamento, rendendolo più cattivo e aggressivo ma senza dimenticare di giocare. In ritiro abbiamo lavorato tanto per arrivare all'inizio della stagione e fare bene.Non dobbiamo mollare. La squadra difende benissimo, a partire dagli attaccanti, le mezzali. Tutti corrono per aiutare».  Sul suo ruolo: «Alla nostra squadra piace tanto giocare con il portiere, perché è un calciatore in più nel campo. Quindi ho lavorato molto su questo aspetto, questa è la differenza più grande con il calcio brasiliano, perché là non si gioca tanto con il portiere». 


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...E CON I COMPAGNI
Il portiere ha poi parlato del suo rapporto con gli altri brasiliani di Trigoria e degli altri compagni: «Tutti noi siamo un po' diversi: Gerson per noi è un ragazzino ancora. È bravissimo e scherza sempre. Bruno Peres anche scherza e gioca con i compagni. Abbiamo un gran rapporto tra di noi, ma anche con gli altri ragazzi della squadra c'è un bel feeling». Capitolo a parte su Edin Dzeko: «Abbiamo una sfida sul fatto di riuscire a segnarmi ogni giorno. È un grande avversario, in campo ti fa crescere ogni giorno». Importantissimo per Alisson è stato però anche l'arrivo di Kolarov: «L'ho visto poco ma da quando è qui ho capito che era un calciatore che fa la differenza per ogni squadra. Sta facendo la differenza per la nostra squadra. È un leader. Non sa giocare solo il pallone ma vuole bene a tutti. Spinge in avanti la squadra quando si deve spingere».


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TOTTI E DE ROSSI
Importante per il gruppo giallorosso anche la presenza di Francesco Totti: «Quella dell'addio al calcio del capitano è stata una giornata sia bella sia triste - ha detto Alisson -. Tutti noi abbiamo vissuto gli stessi sentimenti: gioia di aver avuto un calciatore come lui e dispiacere per l'addio di una leggenda. Abbiamo la fortuna di averlo con noi tutti i giorni. Un calciatore e una persona come lui deve rimanere nel calcio per renderlo una cosa ancora più bella». Il discorso si sposta poi sul nuovo capitano, Daniele De Rossi: «È un gran capitano, uno di quelli che mi ha accolto benissimo. Non parla sempre ma quando lo fa è autoritario. Sa quello che dice e quando dirlo. La fascia da capitano è in buone mani».


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LA VITA A ROMA
Il portiere di Roma e Brasile ha parlato poi di sé: «Sono un tipo tranquillo. Non ho bisogno di tanto per vivere bene. Il cibo è buono qui, la città mi piace, soprattutto il centro storico con il Colosseo. Del Brasile mi mancano gli amici e i genitori.Quando posso porto qualcuno qui per stare insieme e sentire meno la mancanza del Brasile. Sono felice qui a Roma con mia moglie e la mia bimba, che è nata qui ed è sia romana e brasiliana. Per vivere bene ho bisogno solo della mia famiglia». Sul suo arrivo in Italia: «Nei primi mesi non è stato facile, c'è stato anche un cambiamento di metodologia nell'allenamento ma ho sempre lavorato forte aspettando il mio momento, ho preso la maglia numero 1 e non la lascerò mai?. In Brasile lavoravo più sull'intensità e sulla forza delle gambe, qui invece lavoro sulla tecnica anche nell'uscite alte e basse.Gioco con i piedi, ma anche il mister ha adattato il suo lavoro in base alle mie esigenze perché un po' si può cambiare ma alla fine non puoi cambiare completamente il tuo modo di lavorare. Ho fatto due anni bellissimi nella Serie A brasiliana, quindi non potevo cambiare più di tanto. Sono arrivato alla nazionale grazie a quello stile di gioco. Dopo due mesi mi sono adattato al 100% e ora mi trovo benissimo».


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LA SELEÇAO
Sulla prima volta con la maglia verdero della Selaçao: «Il giorno in cui ho esordito nel Brasile a 23 anni non lo dimenticherò mai, è stata una giornata bellissima, un sogno che è diventato realtà. Ho la fortuna di continuare e difendere la porta brasiliana che per me significa tantissimo, perché la sono passati portieri che hanno sempre fatto la differenza. Quindi anch'io dovrò fare la differenza quando servirà, devo essere sempre pronto. Sono contento di stare lì, ma voglio vincere quindi non mi accontento. Sarà un Mondiale difficile, perché ci sono tante squadre forti che stanno facendo bene».


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LA CHAPECOENSE E FALCAO
Sulla Chapecoense: «Quando ho saputo del loro arrivo in Italia per giocare io ero in Nazionale e un po' mi è dispiaciuto non poter essere della partita. Ho sentito i sopravvissuti che sono i miei amici. Mi dispiace per chi non ce l'ha fatta. È una tristezza che si porterà per tutta la vita». Su Paulo Roberto Falcao: «È un idolo qui a Roma e anche all'International. È uno dei calciatori più grandi che il club brasiliano abbia avuto. Ho giocato in tutte e due le sue squadre, all'International e alla Roma. Vorrei vincere un titolo qui. La squadra lo merita, lavora tanto. Vorrei far parte di questo. Anche nel vecchio stadio dell'International i tifosi che cantano e suonano sono quelli della Curva Sud. Adesso la Curva è diventata la mia casa. C'è molta rivalità qui a Roma, anche in Brasile c'è rivalità nell'International».

 


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IL RAPPORTO CON DI FRANCESCO...
Iniziamo dal suo giudizio sul tecnico Eusebio Di Francesco: «Non lo conoscevo tanto ma ho un gran rapporto con lui, mi trovo bene - ha affermato Alisson -. È un bravo allenatore. Ha cambiato il nostro atteggiamento, rendendolo più cattivo e aggressivo ma senza dimenticare di giocare. In ritiro abbiamo lavorato tanto per arrivare all'inizio della stagione e fare bene.Non dobbiamo mollare. La squadra difende benissimo, a partire dagli attaccanti, le mezzali. Tutti corrono per aiutare».  Sul suo ruolo: «Alla nostra squadra piace tanto giocare con il portiere, perché è un calciatore in più nel campo. Quindi ho lavorato molto su questo aspetto, questa è la differenza più grande con il calcio brasiliano, perché là non si gioca tanto con il portiere». 


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