Così Monchi ha venduto Sabatini: 233 milioni e avanti gli altri

Il ds spagnolo ha compiuto una rivoluzione in quindici mesi di lavoro
Marco Evangelisti
2 min

ROMA - Non voleva essere condanna della memoria né furore iconoclasta. Ciò che ha fatto Monchi in quindici mesi è molto più banale. Non gli piaceva la Roma che ha trovato, ne voleva un’altra, modellata su di lui, appoggiata sulle sue idee come una statua sul piedistallo. Primo tifoso sì, ma voi fate qualcosa per assomigliarmi. Gli ha reso comodo il compito la strategia di fondo del club: nulla deve distruggersi qui e finché c’è qualcuno che paga per quello che abbiamo, per quello che possiamo sostituire, approfittiamone. Così in quindici mesi, ma diciamo anche un anno contando dalla data dei primi congedi, Monchi ha smontato l’ultima versione della squadra che Walter Sabatini aveva fatto e disfatto più volte, sostituendola con la propria. Quella dello spagnolo vuole essere una rosa a lunga scadenza, fermo restando che se poi qualcuno acquista valore si ascolteranno le offerte. Bisogna prenderli finché sono giovani, i giocatori, aggiungendoci una manciata di Pastore perché la salsa non impazzisca.

Nel frattempo, fate spazio. Cedendo le pietre angolari della vecchia gestione Monchi ha messo insieme 233 milioni. E poi, se fruttano tutti i bonus previsti dai contratti farciti di pop-up in ogni pagina, i milioni possono arrivare a 260. Compresi i massimo due di percentuale sulla cessione di Nainggolan da parte dell’Inter. 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA