Il ritorno alla vita

Il ritorno alla vita© LAPRESSE
Giancarlo Dotto
3 min

Solo belle notizie dalla cronaca di una Roma straripante. A cominciare dalla riesumazione di Dzeko, i boati di Ünder e Pellegrini e il primo gol romanista di Kluivert. Tre vittorie consecutive sono più di un brodo caldo e poco meno di un elisir dopo l’irrespirabile figuraccia di Bologna. Troppo scarso il Frosinone, troppo inverosimile la Lazio, troppo penetrabile il Viktoria. Ma, tutte insieme, sono il ritorno alla vita. Boemi strapazzati in ogni zolla del campo. Questa volta basta e avanza un Edin Dzeko in versione sniper, cecchino assassino. Tre volte. Nella baldoria del derby mancavano solo lui e il suo viso pallido. Tre minuti e l’Olimpico lo riconosce e lo canta nell’abbraccio di sempre. Sinistro che sa di rasoio. E sono finalmente sorrisi dopo tanta tetraggine. Tre partite, dodici gol fatti e uno subito. Via col vento e col Dzeko.

La Roma di Eusebio gioca fluida e sempre in controllo. Manca De Rossi, ma Nzonzi scammella al suo posto, apparentemente vago come uno che in quella mischia ci sta per caso, ma sempre lucido, preciso e propositivo, ben integrato a due da un Cristante aggressivo nel recupero palla. È lui l’altra bella notizia di giornata. Stile e sostanza. Lorenzo Pellegrini è lo stesso argento vivo che ha ribaltato Lulic e compagni, quando si dice non a sproposito che tutto è nella mente e fuori dalla mente non c’è che niente. I boemi non sono male quando vengono avanti sugli esterni, ma per il resto traccheggiano a passo lento e un po’ bolso come le vecchie Skoda che uscivano dalle loro fabbriche, e dietro sono appena più che dopolavoristici. Nella ripresa mandano in campo gli involucri, undici gusci vuoti.

Si conferma, insomma, Di Francesco un allenatore che dà il meglio di sé quando “ascolta” il calcio della sua squadra, premiandone le attitudini, anche a costo di fidarsi meno dei suoi precetti e dei suoi moduli. Il Pellegrini vertice alto, libero di sfrenare, e questo Cristante reinventato nella posizione di play sono la prova. Bene anche Justin Kluivert che, molto ma molto presto, non sarà più il figlio di Patrick. Gol a parte (la matrice è tutta di Ünder), il ragazzo ha mostrato tutto il campionario delle sue magnificate doti. Sabato ad Empoli sarà il test più scabroso.

Una cosa voglio dirla su Ünder. Mi gioco la mano sinistra. Quando nel primo tempo rientra sul sinistro e stampa la palla sulla traversa vedo già oggi il fuoriclasse che sarà domani. Il gol in proprio, altri due indotti, un assortimento magnifico di folate, sterzate, botte e finezze. Pallotta, please, non cadere in tentazione.


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