Zaniolo: «La convocazione in azzurro? L'ho scoperto dalla tv, Mancini ha fiducia in me»

Il giovane centrocampista giallorosso racconta il suo inizio di stagione: «Bilancio positivo, voglio continuare così»
Zaniolo: «La convocazione in azzurro? L'ho scoperto dalla tv, Mancini ha fiducia in me»© Getty Images
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ROMA - La convocazione in Nazionale senza aver ancora debuttato in Serie A. La maglia da titolare al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. La prima volta in campionato con il Frosinone. Nicolò Zaniolo ha vissuto un primo segmento di stagione ricco di emozioni: «E‘ un enorme onore essere nella Roma, una grandissima soddisfazione - ha dichiarato il 19enne a SkySport24 -. Il bilancio è positivo: stanno succedendo cose belle e speriamo di continuare così. La convocazione in azzurro? Stavo guardando la tv ed è uscita la notizia. Ero incredulo e ho chiamato mio papà perché c’era tanto stupore. Spero mi richiami il mister. Io mi sono giocato le mie carte. Con Mancini non ho parlato tanto, ma ha detto che ha fiducia in me. Adesso sta a me dargli ragione».

BERNABEU - Il settembre è una data che Zaniolo non dimenticherà mai. E' il giorno in cui ha esordito da titolare in Champions League e lo ha fatto al Santiago Bernabeu contro il Real: «Pensavo poco quella sera. Non so bene spiegare la sensazione: è stato inimmaginabile, grandissima. Daniele De Rossi mi ha dato dei consigli, mi ha tranquillizzato poi alla fine non ho più pensato alla parte esterna e mi sono concentrato sul campo. All’inizio tremavano un po' le gambe, ho sentito la musica della Champions per la prima volta. Poi ho pensato soltanto a giocare. L'esordio col Frosinone? E' stata una grandissima partita. Lì abbiamo cominciato questa mini striscia positiva. E’ stato molto importante, dal punto di vista personale è stata un’altra grandissima soddisfazione però ora bisogna continuare su questa strada per farne altre».

IL RAPPORTO CON DIFRA - Anche Di Francesco ha dimostrato di credere nelle sue potenzialità: «Il mister mi sta dicendo di mettermi a disposizione, come fanno tutti, e che poi l’allenamento sarà lo specchio della partita. Quel giorno lì prima di entrare in campo mi disse di fare ciò che sapevo fare e che tutto sarebbe andato bene. Il porster in camera? Avevo quello di Kakà. Per me lui è un giocatore fantastico, sarebbe un sogno essere come lui. I miei pregi e i difetti? Pregi: la fisicità. Difetti: devo migliorare col piede debole e magari, a volte, pensare prima la giocata che devo fare».


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