Roma, Di Francesco è sul filo: tutto in sei giorni

La società non vorrebbe cambiare: in caso di esonero il ds Monchi si dimetterà
Guido D'Ubaldo
2 min

ROMA - Si apre oggi la settimana di Eusebio Di Francesco. La settimana più difficile. La sconfitta di Udine ha rimesso in discussione l’allenatore, che tra Real e Inter si gioca la panchina. Lui non si dimetterà, non ci ha mai pensato e non ci penserà. Di Francesco sa che sta dando il massimo per rimettere in piedi la squadra che gli è stata affidata in estate, smantellando quella che aveva fatto un piccolo miracolo, terzo posto in campionato e semifinalista in Champions. Gli hanno smontato tutto e lui sta cercando di ricostruire, con pochissimi giocatori di personalità, senza nessuno che sappia risolvere le partite. La Roma è tra le squadre che tira di più in porta. Ma nessuno la butta dentro.



SOLUZIONE ESTREMA - La società sta pensando a una soluzione d’emergenza da adottare in corsa, nel caso la situazione precipitasse. L’allenatore ha una responsabilità precisa: quella di non aver mai detto chiaramente che con la campagna acquisti che è stata fatta ha dovuto ricominciare daccapo. Ha accettato giovani da svezzare, professionisti di difficile collocazione tattica. E non ha ancora trovato una soluzione, pur essendo stato costretto a cambiare modulo, passando dal 4-3-3 collaudato al 4-2-3-1 scelto per mettere in campo i giocatori che rappresentano i più importanti investimenti societari. Sono stati investiti tanti soldi per Pastore, del quale si conoscevano i problemi muscolari che si trascina da anni (e per i quali ancora non si riescono a trovare terapie che lo aiutino a guarire), Nzonzi, che può essere la spalla di De Rossi e non la sua alternativa e Kluivert, giovane di talento e presuntuoso (inaccettabile la sua reazione dopo la sostituzione a Udine) ancora da formare per giocare a certi livelli.

Leggi l'articolo completo sul Corriere dello Sport-Stadio in edicola


© RIPRODUZIONE RISERVATA