Roma, Schick: «Mental coach? Importante, ma non gioco meglio per merito suo»

L'attaccante è fiducioso in vista della seconda parte della stagione: «Guardiamo solo a noi, se vinciamo tutte le partite non dobbiamo pensare agli altri»
Roma, Schick: «Mental coach? Importante, ma non gioco meglio per merito suo»© LAPRESSE
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ROMA - Patrik Schick potrebbe essere l'arma in più della Roma in questa seconda parte di stagione. L'attaccante ceco, che ieri ha compiuto 23 anni, sembra aver superato l'apatia di inizio anno e ora è pronto per dimostrare tutto il suo valore: «Non penso di aver sofferto la pressione all'inizio della mia esperienza in giallorosso - ha raccontato a  SkySport24 -. Ci sono stati momenti bellissimi ma anche difficili. Quando sono arrivato non ero in condizione perfetta, poi sono stato infortunato per due mesi. Rispetto alla Samp la Roma è più grande, ma non credo fosse questo il problema. Ci sono momenti poi come quando siamo andati in Champions con il Barcellona di cui ho un ricordo bellissimo e che porterò con me tutta la vita».

SVOLTA - Schick sembra aver cambiato marcia dopo la sosta: «Volevo cambiare qualcosa perché so di poter fare molto meglio. Provo a fare il possibile. Voglio aiutare la squadra e nelle ultime settimane mi sono sentito bene e sono in condizione. Quando c’è fiducia giochi meglio. Anche rispetto all’anno scorso mi sento meglio. Mental coach? Sono con lui da due-tre settimane. Non credo di giocare meglio perché sono con il mental coach, ma è importante parlare con qualcuno non solo di calcio ma anche del quotidiano. Perché poi quando non sei libero nella testa non puoi dare il massimo».

NON SI MUOVE - Le voci di una possibile cessione in prestito sono definitivamente tramontate: «Ne avete scritto e parlato solo voi di queste cose. Voglio stare a Roma e giocare qui. Io e Dzeko sappiamo che non abbiamo segnato tanto, però non è un problema solo di noi attaccanti. Dobbiamo migliorare tutti e anche gli attaccanti segneranno di più. La corsa alla Champions League? Non mi preoccupa nessuno. Guardiamo solo a noi, se vinciamo tutte le partite non dobbiamo pensare agli altri».


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