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Non è la prima volta. E’ successo in questo campionato in quattro partite, nelle quali la Roma ha lasciato sul campo punti pesanti. Sarebbero stati otto punti in più, provate a riguardare la classifica. Contro l’Atalanta la Roma si è fatta rimontare addirittura tre gol. Non era mai arrivata a tanto. Perchè con il Chievo, un girone fa era in vantaggio di due reti e poi ha pareggiato. Lo stesso è successo contro il Napoli, quando pur soffrendo, stava difendendo con ordine il gol di El Shaarawy, per portare a casa una vittoria che è sfumata al novantesimo. Clamoroso e inspiegabile infine il pareggio di Cagliari. Anche in quel caso la Roma era in vantaggio di due gol e ha buttato via la vittoria nei minuti di recupero, quando la squadra di Maran era rimasta addirittura in nove uomini. Ieri alla fine del primo tempo sembrava una partita finita, ma nella ripresa i giallorossi è come se non fossero scesi in campo.
IL PESO DEI LEADER - Una questione di mentalità e di personalità, ha spiegato al termine della partita Di Francesco, che ha anche ammesso una componente legata alla tenuta fisica. Karsdorp era alla terza presenza consecutiva da titolare e in tutte e tre le occasioni nella ripresa è calato vistosamente. E’ stato assente troppo tempo, deve ancora recuperare la migliore condizione atletica. La personalità è data dai giocatori di maggior carisma ed esperienza, che nei momenti di difficoltà, anche nel corso di partite che andrebbero gestite, dovrebbero guidare i tanti giovani che giocano nella Roma. Purtroppo non è così. Ieri anche Kolarov e Dzeko, leader riconosciuti dello spogliatoio, nella ripresa sono scomparsi. E Nzonzi, altro elemento di esperienza (ha vinto sei mesi fa il titolo di campione del mondo), non ha il dna del trascinatore. Ieri erano questi tre i giocatori più navigati in campo. Non sono bastati. Con otto punti in più la Roma sarebbe terza davanti a Milan e Inter.
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