Olsen: «Porto con me l'abbraccio di De Rossi all'esordio»

Il portiere della Roma ha parlato in patria: «Dopo le sconfitte non bisogna trovare sempre un colpevole. Un onore giocare per la squadra di Totti»
Robin Olsen (1 infortunio)© LAPRESSE
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ROMA - Passare dal Copenaghen nel campionato danese alla Roma in Serie A giocando da titolare con l'ombra di Alisson ancora intorno alla porta giallorossa non era semplice. Eppure Robin Olsen, seppur con qualche incertezza durante il suo percorso nella Capitale, ha vinto lo scetticismo iniziale dei più ed ha dato ragione a chi in estate ha deciso di puntare su di lui dopo il Mondiale in Russia. In un'intervista rilasciata al portale svedese 'Dagens Nyheter', il portiere ha raccontato la sua nuova avventura a Roma: «Sapere che il mio agente era in contatto con la Roma è stata una grandissima gioia. Speravo di arrivarci sin da subito, tutti vogliono giocare al più alto livello possibile. Quando arrivi dai paesi scandinavi è più difficile perché c’è una grande differenza con il campionato italiano. Ma io ho sempre sognato in grande». 

L'ESORDIO CON LA ROMA - Olsen ha ricordato la sua prima partita con la maglia della Roma, contro il Torino in trasferta. La squadra di Di Francesco vinse 1-0 grazie ad un gol al volo bellissimo di Dzeko e alle parate dello svedese: «Non ero nervoso, ma teso. Volevo assolutamente giocare quella partita, era il mio debutto in un campionato nuovo, in un club così grande. Ho cercato di mantenere la calma facendo il mio. È andata bene». Al 90' l'abbraccio ricevuto da De Rossi l'ha sciolto: «I compagni mi hanno aiutato a non subire gol e mi hanno supportato in ogni situazione. Daniele è stato il primo dopo il fischio finale a venirmi incontro per abbracciarmi. Ha significato molto. Da lì ho capito di far parte della squadra, si sono presi cura di me».

RUOLO - «Qui il ruolo del portiere è completamente diverso. Sapevo che ci sarebbe voluto del tempo, ma per fortuna non è stato tanto. Mi sono adattato velocemente imparando sempre cose nuove. Per esempio il controllo della palla: in Danimarca ricevi e rilanci lungo, qui devi tenerla un secondo di più per capire la situazione davanti a te».

OBIETTIVI - Qualche calo l'ha Roma l'ha manifestato, troppe partite sbagliate. Olsen dice la sua: «Vogliamo vincere, ma non è sempre facile. Abbiamo avuto i nostri momenti di calo, ma il modo in cui ci alleniamo il giorno dopo una sconfitta è professionale, diamo tutto per migliorare per la partita successiva. Il calcio è questo, anche se si vuole, non è facile trovare una risposta e capire di chi o cosa è la colpa». 

RAPPORTO CON TOTTI E I TIFOSI - «Francesco è una persona fantastica, che ha una storia bellissima qui nel club. Sono felice di rappresentare la squadra che in cui lui è stato. Si comporta come una persona qualsiasi, viene e saluta sempre tutti. I tifosi? Ovunque vai ci sono romanisti, anche se vai a comprare il latte. È grandioso, dimostra quanto hanno a cuore la Roma e sono orgoglioso di rappresentare il club che amano».

CONTRO IL RAZZISMOInfine una battuta anche sul caso di razzismo capitato a Koulibaly durante lo scorso Inter-Napoli: «È una cosa che odio, quegli idioti non dovrebbero essere allo stadio».


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