Lina, allungagli 'sto contratto

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Lina, allungagli 'sto contratto© ANSA
Ivan Zazzaroni
6 min

Lina, allungagli ‘sto contratto! La Roma non può perdere José Mourinho, te lo chiedono, lo pretendono i sessantasettemila (fissi ormai) dell’Olimpico che hanno vissuto una serata da fantascienza. Hanno visto la loro squadra dare il fritto, spremersi fino all’ultima riserva di energia, qualificarsi, uscire dalla coppa, passare di nuovo, battere anche la sfortuna e legittimare un successo che profuma di trionfo. Stanno ancora cantando, li senti? 

Mourinho non ha sbagliato nulla: la formazione iniziale, la migliore per l’occasione; i cambi, quelli giusti e al momento giusto. La strategia, superba. La squadra l’ha seguito con un’attenzione quasi commovente, sostenuta da Matic (prestazione pazzesca), Smalling e Pellegrini
A scombinare i piani iniziali è intervenuto l’infortunio muscolare di Wijnaldum, che ha costretto Cristante ad abbandonare la trequarti. Un altro infortunio, sull’1-0, quello di Smalling, ha privato la squadra del suo principale scudo protettivo: un’uscita che la Roma ha subito pagato. 
Dybala al 60% ha riportato in vita la squadra quando tutto sembrava perduto e, nei supplementari, il ventinovesimo palo stagionale (di Ibanez) ha procurato pensieri brutti. Che Pellegrini ha scacciato.  
A questo punto credo sia opportuno - di più, necessario - rimettere le cose al posto giusto, soffermandosi su due assunti: Mourinho non migliora i giocatori e la Roma ha una grande rosa. 

Demolendo facilmente il secondo, si sotterra anche il primo. Cominciamo dal portiere, Rui Patricio, 35 anni: preso a 33 dal Wolverhampton, da tempo non è più il numero uno del Portogallo. I centrali Mancini e Ibanez sono dismissioni dell’Atalanta: il primo, un leone, ha 9 presenze in Nazionale, il secondo è entrato a far parte della Seleçao grazie alla crescita registrata sotto Mou. Smalling, 33, è uno scarto del Manchester United, ma oggi è tra i difensori di maggior rendimento della serie A: a ottobre si parlò di un suo possibile ritorno in nazionale. Zalewski è un’invenzione dello Special; Spinazzola, dopo una favolosa partenza nell’Europeo poi vinto da Mancini, ha conosciuto solo infortuni e rientri e sta inseguendo un’accettabile continuità. Llorente giocava poco nel Leeds, Matic va per i 35 e nelle ultime stagioni allo United ha frequentato più panchine che terreni di gioco. Oggi è addirittura miracoloso. Cristante nella Roma di José ha trovato le certezze che inseguiva. Wijnaldum è stato prestato dal Psg dopo una sola stagione e si è subito rotto: nelle ultime tre uscite ha mostrato progressi confortanti, ora l’ennesimo stop. Pellegrini ha vissuto una stagione tormentata da problemi fisici, ma è finalmente tornato irrinunciabile. Dybala l’estate scorsa è stato mollato dalla Juve, preso per i fondelli dall’Inter e si è ritrovato improvvisamente senza squadra poiché accompagnato da discorsi su una presunta fragilità muscolare. Soltanto Mourinho ha creduto nel suo talento. Abraham era una riserva del Chelsea e dopo i 27 gol della prima stagione ha conosciuto un sorprendente calo, tanto nella condizione generale quanto nella produttività. Conclusa l’avventura al Toro, Belotti si allenava da solo a Palermo. Solbakken sta imparando il calcio italiano e El Shaarawy, rientrato dalla Cina, è stato riportato a livelli eccellenti. Volpato, Bove, Tahirovic e Felix, ora alla Cremonese, sono regali fatti da Mou alla società, nuovi valori: il Sassuolo, sviluppatore di talenti, per i primi due è disposto a spendere.  
Tutti i giocatori che ho elencato hanno capito per primi il grande allenatore, l’uomo, la guida, mostrando una disponibilità che deve far riflettere chi rischia di perderlo.

Juve, la notizia è pessima

Provo a chiarire quello che è successo ieri. Il Collegio di Garanzia del Coni ha confermato la colpevolezza della Juventus (le inibizioni di Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene risultano definitive: conservo molti dubbi sulle eventuali responsabilità di quest’ultimo) stabilendo tuttavia che i 15 punti di penalizzazione sono scarsamente motivati.  
L’impianto accusatorio del procuratore Chiné ha così retto nella sostanza e nella forma. Il rinvio alla Corte d’appello federale servirà a rideterminare - attraverso un altro processo - la quantità di punti da togliere ai bianconeri.  
La questione dei tempi divide gli esperti: c’è chi sostiene che entro fine maggio si conoscerà l’esito del processo e chi, sbagliando, parla di penalizzazione da scontare la prossima stagione. 
Nel processo di rinvio Chiné dovrà quindi richiedere la nuova sanzione di natura afflittiva al momento del dibattimento. Un esempio, se in quella data la quinta in classifica, quindi prima non qualificata, dovesse essere sotto di 7 punti (la consideriamo tra le prime quattro), la Juve verrebbe penalizzata di 8. Altro ricorso e altro appello. 
Sono curioso di verificare cosa accadrà agli altri club sotto osservazione da parte di sei procure. 


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