Mourinho: "La squalifica Uefa mi ha fatto sentire ancora più romanista"

Ennesima dichiarazione d'amore per la Roma e i suoi tifosi da parte del tecnico, intervistato dal Tg1: ecco cos'ha detto
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ROMA - Mentre i tifosi della Roma provano a 'blindarlo' chiedendo ai Friedkin con uno striscione esposto a Trigoria di rinnovargli il contratto in scadenza, José Mourinho 'infiamma' la piazza giallorossa e alimenta la passione del suo popolo con le dichiarazioni rilasciate ai microfoni del Tg1 in un'intervista andata in onda integralmente durante il programma 'Tv7'.

Mourinho e la squalifica dopo il Siviglia

Così lo 'Special One' sulla maxi-squalifica che gli era stata inflitta dopo le feroci critiche all'arbitro Taylor in seguito alla finale di Europa League persa ai rigori contro il Siviglia a Budapest: "Mi ha fatto sentire bene dal punto di vista emotivo, mi ha fatto sentire come l'uomo che ha rappresentato il sentimento di tutti i romanisti. La squadra ha perso poco senza di me, abbiamo uno staff tecnico con cui lavoro benissimo, ci capiamo bene, sono capaci di entrare nel mio cervello e sapere quello che penso in un determinato momento. Partite preparate, un disastro a Praga ma siamo qualificati con i 9 punti. Tornare significa la mia gioia. Più di quello che posso dare alla squadra significa gioia per me, questo è il mio habitat naturale. A me non piace andare a vedere una partita e non stare qui in panchina, qui sono felice, qui non sento la pressione, è qui che vivo. Stare fuori, ti dico la verità, si analizza bene, ma non è per me. Non mi piace neanche guardare partire in cui non sono coinvolto, la mia vita è qua".

Il rapporto dello 'Special One' con la Curva Sud

Una vera e propria storia d'amore quella tra lo 'Special One' e la Curva Sud: "Anche vuota è bella - ha detto  Mou sorridendo -. Sono venuto qui due volte, una nella mia millesima partita, il gol di El Shaarawy al Sassuolo, io avevo una paura di perdere quella partita...se perdi la partita 300 o 500 poi dopo una settimana lo dimentichi, ma la millesima, io la ricorderò sempre. Roma-Sassuolo, non potevo perdere. Per come si era messa potevamo pareggiare, perdere o vincere, quando abbiamo fatto gol ho perso la testa e sono venuto qua. L'altra volta è stata prima di Tirana, in casa contro il Venezia, siamo venuti tutti qua e lì sono venuto con un'emozione diversa, volevo quasi prendere un microfono 'andiamo a Tirana per voi'. Questa gente è fantastica. Quando mi chiedono qual è la tifoseria migliore avuta, se paragono ne ho avute tante bellissime, Inter, Real Madrid, Chelsea, ma non abbiamo mai perso, fra virgolette. Questa gente qua se perdi al 90' in casa contro il Lecce la Curva è piena e la gente continua dietro la squadra. Se perdi a Praga una gara orribile altrove la gente viene a fischiare, qui era pieno di nuovo, non sembrava fossimo fuori casa. Questa gente è incredibile".

Mourinho e l'empatia con la squadra

Ma il feeling che Mourinho ha con i tifosi è lo stesso che ha con la sua squadra: "Ho vissuto tanti spogliatoi diversi. Qui l'empatia è altissima, Il rispetto fra di noi, il confronto è molto aperto, io non sono propriamente dolce, sono un allenatore capace di essere dolce, ma capace anche di essere critico, aggressivo, esigente, quanto più empatia hai, più possibilità hai di giocare con gli umori che ti danno il bacio e la pallonata. Con questa gente ho un rapporto molto buono". Poi un retroscena rivelato da Mourinho: "Prima della partita in genere sono nel mio ufficio, lascio spazio ai giocatori di parlare tra di loro, senza sentire la mia presenza, torno dopo qualche minuto. Se non sono squalificato! L'intervallo è un momento importante, dove puoi aiutare la squadra, io e il mio staff".

L'Udinese nel mirino di Mou

Chiusura sull'attualità e sulla prossima sfida di campionato contro l'Udinese all'Olimpico: "L'Udinese si è trasformata in una squadra molto difensiva. Sa coprirsi bene e riparte velocemente in contropiede. Ho visto il match con l'Atalanta, arrivato dopo la vittoria di Milano con il Milan che nessuno si aspettava. Roma-Udinese sarà dura, dura, dura...".


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