ROMA - Irrompe Lukaku. Lavora tanto, lavora duro. Per giovedì, per la finale, per la Champions, per l’Europeo. Dopo due settimane di ferie forzate, alle quali non era abituato, il suo obiettivo è non perdere più un allenamento e tanto meno una partita. Da qui al 14 luglio, tra Dublino e Berlino, tra la Roma e il Belgio. Ha giocato già 42 partite vere con il club (3.490 minuti, media 83 minuti per volta) e 6 con la Nazionale. Entro la fine della settimana, tra i due pienoni dell’Olimpico contro Bayer Leverkusen e Juventus, può fare serenamente cifra tonda. Magari anche nei gol stagionali con la Roma, visto che è arrivato a 19.
La rincorsa di Lukaku
Può, deve. Ma dipende innanzi tutto dalle sue fibre, che hanno subìto un piccolo shock nel quarto di finale contro il Milan, quando si è scontrato con Gabbia prima di costruire l’azione del 2-0 di Dybala. Lukaku su quella coscia, su quel muscolo, ha già sentito diverse volte dolore in carriera e per questo ha aspettato che la piccola lesione si risolvesse completamente. Gli ultimi controlli gli hanno dato il via libera, con un po’ di fortuna avrebbe potuto giocare almeno uno spezzone di partita già a Napoli ma nessuno a Trigoria ha voluto correre rischi nel mese in cui si decide tutto, definitivamente. Ieri Lukaku si è allenato da solo a Trigoria, nel giorno di riposo che De Rossi ha concesso alla squadra dopo la faticaccia dello stadio Maradona. Da oggi riprenderà il lavoro con i compagni e in due sedute conta di raggiungere un buon livello atletico per sfidare i rocciosi difensori del Bayer Leverkusen. Il precedente personale è incoraggiante: con la maglia dell’Inter, nel quarto di finale dell’Europa League 2019/20 che si giocò a porte chiuse a Düsseldorf durante il Covid, Lukaku segnò il gol del 2-0 che servì a contenere la rimonta tedesca tentata da Kai Havertz (2-1). In quel Leverkusen, allenato da Peter Bosz, giocava già titolare Jonathan Tah, punto di forza della difesa di Xabi Alonso che sembra in dubbio per giovedì.