Boateng: "Nessun collega bianco ha mai sostenuto la mia lotta al razzismo"

Le parole del centrocampista del Monza: "Il clima è peggiorato. Ammazzano la gente davanti alle telecamere per futili motivi"
Boateng: "Nessun collega bianco ha mai sostenuto la mia lotta al razzismo"© LAPRESSE
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MONZA - Il 3 gennaio ricorrerà l'ottavo anniversario del pallone lanciato in tribuna dopo i buu nell'amichevole del Milan contro la Pro Patria. Kevin-Prince Boateng, però, resta in prima linea nella lotta al razzismo: "Quei fatti mi provocarono una ferita dolorosa - ammette il 33enne centrocampista offensivo del Monza, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera' - Avevo fatto tanti sacrifici per giocare in una delle squadre più forti del mondo. Pensavo di essermi messo alle spalle le giornate buie vissute da bambino. Basta, non potevo più accettare comportamenti del genere". Quel giorno il Milan uscì dal campo, di recente la sfida fra il Psg e il Basaksehir è stata sospesa. Il clima non cambia: "Forse è anche peggiorato. Guardiamo a cosa succede nel mondo, all'uccisione di George Floyd. Ammazzano la gente davanti alle telecamere, anche per futili motivi".

"Potevo andare in America ma preferisco il Monza"

"Nessun bianco mi ha mai detto di volermi sostenere in questa battaglia. Qualcuno si astiene per paura, altri perché ritengono sia più vantaggioso non esporsi in una vicenda che non li riguarda. Comandano i bianchi: se alzassero la voce loro, saremmo più ascoltati". Quanto alla scelta di andare al Monza Boateng ha spiegato: "La mia carriera è costellata di decisioni scioccanti. Fino a un anno e mezzo fa ero al Barcellona e ora sono in B. Potevo andare in America, ma preferisco essere felice. C'è più pressione qui che in molte squadre di A".


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