ROMA - Risultati prodigiosi senza l’aiuto di grandi investitori: anche all’estero suscita ammirazione la crescita dell’Atletico Madrid, governato in modo magistrale da Diego Simeone e in corsa per eliminare il Bayern Monaco di Pep Guardiola dalla Champions. Ma non è l’unico modello sportivo e finanziario del calcio spagnolo, in contrasto con i fatturati di Real e Barcellona: l’altro è rappresentato dal Siviglia, che prenota la terza finale consecutiva in Europa League, dopo averne già vinte due di fila con il tecnico Unai Enery nel 2014 e nel 2015. Il Siviglia ha ceduto prima Ivan Rakitic al Barça e poi Carlos Bacca al Milan, ma non è scivolato nelle retrovie: il pareggio in trasferta (2-2) contro lo Shakhtar Donetsk di Mircea Lucescu accende la fantasia dei tifosi del Siviglia in vista della sfida di ritorno, in programma giovedì prossimo (ore 21.05) allo stadio “Sanchez-Pizjuan”.
LE PLUSVALENZE - Le cessioni a peso d’oro rientrano comunque nella tradizione del club andaluso, che ha concluso tanti ottimi affari, oltre a Rakitic e a Bacca: da Sergio Ramos a Dani Alves, da Geoffrey Kondogbia ad Alvaro Negredo, da Seydou Keita ad Aleix Vidal, da Julio Baptista a Gary Vidal, da Adriano a Martin Caceres, da Luis Fabiano ad Alberto Moreno. Il Siviglia di Emery, 44 anni, contratto fino al 2017, fedelissimo del 4-2-3-1, inseguito in passato dal Milan e dal Napoli, sta facendo tendenza a livello europeo proprio come l’Atletico Madrid. Vola in Europa League e ha già centrato l’ingresso alla finale di Coppa del Re: il 21 maggio affronterà il Barcellona al “Bernabeu”. A pilotare il Siviglia è il presidente José Castro Carmona, eletto il 9 dicembre del 2013. E’ un costruttore, controlla sedici agenzie immobiliari e vanta una serie di partecipazioni anche in alcune attività imprenditoriali in America Latina. Ha creato un forte legame con Emery, al quale ha concesso carta bianca nell’impostazione del mercato e della squadra. E neppure la partenza imminente dell’argentino Ever Banega (1988), che si è promesso da tempo all’Inter, stravolgerà i piani futuri del Siviglia, trascinato in questa stagione dall’attaccante francese Kevin Gameiro, classe 1987, ex Paris Saint Germain e Lorient, ventisei gol finora tra campionato e coppe.
L’URUGUAIANO - L’erede del regista è già in casa: l’idea di Emery è quella di puntare in prospettiva sull’uruguaiano Sebastian Cristoforo, ventidue anni, scoperto nel Peñarol e portato in Spagna nel 2013, cresciuto nel vivaio biancorosso: diciotto presenze in questo campionato, sei gare in Coppa del Re e quattro in Europa League. Un’alternativa, per il momento, nelle gerarchie di Emery, ma la strada è tracciata. Ha lo stesso fisico di Banega, è alto un metro e 75, pesa 71 chili: pressing e geometrie, anche se è più portato alla fase di filtro rispetto all’ex gioiello del Boca Juniors. Un centrocampista completo, che ha firmato un contratto fino al 2018. E’ nato a Montevideo il 23 agosto del 1993, ha origini italiane e dispone del doppio passaporto. Nella scorsa stagione era rimasto fermo a causa di una lesione ai legamenti del ginocchio sinistro. E’ considerato uno dei talenti più interessanti del calcio uruguaiano: ha debuttato a diciassette anni con la maglia del Peñarol, allenato in quel periodo da Diego Aguirre, durante la gara di campionato pareggiata (2-2) con il Central Español: era il 29 maggio del 2011. Emery lo stima, lo considera un jolly: mediano, ma anche regista, una pedina con le caratteristiche ideali per il 4-2-3-1.