Julian Alvarez e il capolavoro del River Plate

E' un attaccante, ha 18 anni, è argentino, è considerato il futuro numero 9 dei Millonarios: Gallardo, il tecnico più vincente nella storia del club biancorosso (9 trofei, come Ramon Diaz), lo ha schierato per 23 minuti in occasione del trionfo nella finale di ritorno della Coppa Libertadores contro il Boca Juniors.
Julian Alvarez e il capolavoro del River Plate
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - Sono andati a dormire all’alba: “Plaza de la Republica”, a Buenos Aires, è diventata il loro maestoso salotto per una notte, mentre dal mitico Bernabeu continuavano a rimbalzare i video dalle tv e dai social di Marcelo Gallardo e di una squadra speciale. “Heroes para siempre”, ha titolato in prima pagina il giornale sportivo Olé. Un oceano bianco e rosso: bandiere e amore. Una Coppa Libertadores può togliere il sonno, soprattutto se - come è capitato ai tifosi del River Plate - la Champions del Sudamerica viene vinta in finale nel derby con il Boca Juniors. Una sfida da romanzo: il pareggio all’andata (2-2), alla “Bombonera”, il 10 novembre, nel regno di Carlitos Tevez. E poi i cinque tentativi di giocare la partita di ritorno: prima il diluvio, poi l’assalto al pullman del Boca Juniors con sassi e bombolette con spray urticante, gli scontri con la polizia, il rinvio, fino al 3-1 di domenica 9 dicembre a Madrid, a quasi 10.000 chilometri di distanza da Buenos Aires. Tensioni, polemiche, contrasti sulla sede scelta. Mai, in 58 anni di storia della Coppa Libertadores, il River Plate e il Boca Juniors si erano affrontati in finale. 

NOVE TROFEI - Marcelo Gallardo, ormai, è stato ribattezzato “Napoleon” dal popolo dei Millonarios: 42 anni, tifoso del River da bambino, trequartista (213 gare e 49) e ora allenatore più vincente nella storia del club biancorosso. Nove trofei in panchina, eguagliato Ramon Diaz: ha firmato due delle quattro Libertadores conquistate dal River Plate, due Coppe d’Argentina, una Supercoppa d’Argentina e ha centrato due volte la “Copa Sudamericana” e la “Recopa”. Sposato da ventuno anni con Alexandra, papà di tre figli (Santino, Nahuel e Matias), è l’ambasciatore di una squadra da favola. Eroi per sempre, come ha titolato Olé. Da Madrid, dal Santiago Bernabeu, a Buenos Aires: il viaggio più bello, l’abbraccio più emozionante, dopo una finale di ritorno piena di colpi di scena. Il Boca era andato in vantaggio con Dario Benedetto, poi il pareggio di Lucas Pratto, i supplementari, la perla da fuori area di Juan Fernando Quintero e il 3-1 in contropiede del Pity Martinez, dopo una fuga nella prateria, con la porta degli “xeneizes” lasciata vuota da Esteban Andrada, che aveva provato a trasformarsi in centravanti in occasione dell’ultimo corner, quello della disperazione. 

7 VITTORIE E 6 PAREGGI - Un River Plate da leggenda: è arrivato alla Coppa Libertadores perdendo solo una partita su quattordici, nella semifinale d’andata a Porto Alegre contro gli ex campioni in carica del Gremio di Renato Portaluppi. Sette vittorie e sei pareggi, 19 gol realizzati e 8 subiti, un talento come Exequiel Palacios, vent’anni, mediano-regista, già prenotato dal Real Madrid, che Gallardo potrebbe sfidare adesso nella finale del Mondiale per club, in programma il 22 dicembre ad Abu Dhabi. Il River e il Real entreranno in gioco a partire dalle semifinali. L’Al-Ain (che ha eliminato nel play-off i neozelandesi del Team Wellington) deve affrontare l’Esperance, che ha vinto la Champions africana. Nell’altra gara i giapponesi dei Kashima Antlers - che si sono imposti nel continente asiatico - si troveranno davanti i messicani del Chivas de Guadalajara, salito in cattedra nel torneo della Concacaf.  L’Al-Ain o l’Esperance incrocerà il River Plate, mentre il Real Madrid aspetta i Kashima Antlers o il Chivas de Guadalajara. 

LA MASCOTTE - Gallardo porterà negli Emirati Arabi anche la mascotte di questo River da record: si chiama Julian Alvarez, è un attaccante, ha diciotto anni, è nato il 31 gennaio del 2000 a Calchin, nel Dipartimento di Rio Segundo, in provincia di Cordoba. Tecnica purissima, da numero dieci, un metro e 76, destro vellutato, grande rapidità, tre presenze e un assist in campionato, quasi cento gol a livello giovanile, parabole da manuale su punizione, ma soprattutto 23 minuti in campo nei supplementari della finale di Coppa Libertadores, quando Gallardo lo ha inserito al posto di Palacios, che aveva ormai scaricato le batterie. Altro baby cresciuto a Valdebebas, Julian Alvarez ha firmato un contratto fino al 2021 ed è stato blindato con una clausola da 15 milioni di dollari.


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