ROMA - Il vantaggio è stato bruciato come legna per un barbecue: il Borussia Dortmund (una sconfitta e tre pareggi nelle ultime sette giornate) si è fatto recuperare nove punti dal Bayern Monaco. In quasi cento giorni, dalla metà di dicembre, la corsa al titolo in Bundesliga si è riaperta: 60 punti per il tecnico svizzero Lucien Favre, 60 per il croato Niko Kovac, che dopo aver resistito a novembre alla rivolta dei senatori (Thomas Müller, Mats Hummels, Arjen Robben e Franck Ribery) può provare a salvare il suo futuro nel Bayern solo vincendo il campionato, soprattutto ora che il Liverpool e Jürgen Klopp lo hanno sfrattato dalla Champions. Decisivo il confronto diretto, lo spareggio in programma il 6 aprile alle 18.30 a Monaco di Baviera. In Germania conta la differenza-reti: +41 per il Bayern, +34 per il Borussia.
IL RISCATTO - Non solo i nove punti di distacco cancellati e il fattore psicologico potrebbero indirizzare questo finale di stagione. Kovac e il Bayern sono usciti senza traumi dal flop in Champions, dall’1-3 rimediato all’Allianz Arena nella sfida con il Liverpool. Reazione immediata: 6-0 al Mainz (tripletta di James Rodriguez), 22 tiri (11 in porta), 70% di possesso-palla, 747 passaggi (89% riusciti), 13 angoli a 2. Una lezione aperta dopo tre minuti dal gol di Robert Lewandowski, una partita a senso unico, mentre il Borussia ha sofferto in casa dell’Hertha Berlino: un 3-2 firmato al 92’ da Marco Reus.
LA SORPRESA - Nel Bayern che insegue il settimo titolo consecutivo (due firmati da Jupp Heynckes, tre da Pep Guardiola e uno da Carlo Ancelotti) sta trovando spazio anche Alphonso Davies, diciotto anni, canadese di origini liberiane, ala sinistra, arrivato a gennaio dai Vancouver Whitecaps in cambio di dieci milioni di dollari, cinque presenze in Bundesliga, autore del gol del 6-0 contro il Mainz. E’ nato il 2 novembre del 2000 a Buduburam, in Ghana, dove i suoi genitori si erano rifugiati a causa della guerra civile in Liberia. Un’infanzia trascorsa poi in Canada, dove Alphonso Davies si è trasferito con la famiglia all’età di cinque anni. La scintilla per il calcio è scoccata ad Edmonton, quando era bambino, con le maglie degli Internationals e degli Strikers: nel 2015 il passaggio ai Vancouver Whitecaps. E’ diventato il secondo più giovane esordiente nella Major League Soccer dopo Freddy Adu (che ora gioca nei Las Vegas Lights).
56 MINUTI - Il primo gol lo ha segnato a 17 anni, quattro mesi e due giorni, contro il Montreal Impact, all’epoca controllato ancora da Joey Saputo, proprietario del Bologna. Capelli ricci, mancino, un metro e 81, maglia numero 19, l’apparecchio per i denti, dribbling e scatto, un contratto siglato con il Bayern fino al 2023, 56 minuti giocati in Bundesliga e il gol al Mainz sfruttando l’assist di Robert Lewandowski. E’ il più giovane della rosa di Kovac. E’ già titolare nella nazionale canadese, guidata da John Herdman: nove presenze e tre gol (tutti in Gold Cup, uno al Costarica, più una doppietta alla Guyana francese), a lanciarlo era stato il ct Octavio Zambrano.