Babylon, recensione senza spoiler: o lo adori o lo odi. Ecco perché (secondo noi) è da amare

Eccessivo, rumoroso, vitale e scalmanato: l'ultimo film di Chazelle è divisivo
Babylon, recensione senza spoiler: o lo adori o lo odi. Ecco perché (secondo noi) è da amare© Paramount Pictures
Mattia Rotondi
4 min

Non ha mezze misure Babylon: o lo si ama o lo si odia. Perché? Perché è un film esagerato, folle, scalmanato, a volte sconclusionato, ti colpisce sul volto lasciandoti scosso, poi ti concede qualche minuto di riposo, una carezza, per poi ricolpirti di nuovo. Non è indulgente nei confronti dello spettatore, non vuole farsi amici, vuole essere una multiforme espressione del caos. E come potrebbe essere altrimenti con quel titolo?

Una parte della storia della vecchia Hollywood viene vista attraverso le carriere di alcuni protagonisti. L’ascesa, l’apice, la picchiata verso l’oblio, spauracchio orrorifico per le stelle che campano di fama e di attenzioni. Il regista Damien Chazelle supera La La Land e First Man e ritrova l’esaltazione parossistica di Whiplash, seppur portata all’esasperazione.

Cosa funziona

La prima ora di film è una delle cose più belle viste al cinema negli ultimi tempi. L’Hollywood godereccia la fa da padrone. Il montaggio regala alla visione un ritmo forsennato, senza respiro, come la vita dei protagonisti o le produzioni dell’epoca. Ma c’è poco di patinato in questo mondo “sporco”, fatto di perversioni, droga, fluidi corporei ed eccesso. Ed è proprio l’eccesso il file rouge che domina la pellicola.

Chazelle ha una padronanza del mezzo totale, che usa senza risparmiare nulla: movimenti di macchina repentini, piani sequenza, dolly, etc. Ma non è un mero sfoggio di talento. Perché? Perché quello stile di “linguaggio” è perfettamente adatto per raccontare una storia fatta appunto di eccessi, di virtuosismi e, in parte, anche di pacchianeria. Le critiche (soprattutto americane, ma non solo) che lo accusano di poca classe o di mancanza di vere riflessioni non hanno colto che il messaggio sta (anche) nelle scelte stilistiche. Avrebbe senso raccontare una storia essenzialmente incentrata sull’iperbole con uno stile misurato e sobrio?

Il film dà una sensazione continua di vitalità, di stupore (positivo e negativo) nella visione delle immagini, un po’ come poteva essere nei primi anni del cinematografo. E Chazelle ci si inserisce esplicitamente (in modo anche piuttosto spavaldo) in quella storia del cinema che fa la Storia.

Ultima, ma non per importanza: parliamo di Margot Robbie. Ormai è almeno da Tonya che nessuno può discutere la sua bravura. Qui conferma pienamente la sua crescita esponenziale. Lei è la più carismatica sullo schermo, senza alcun dubbio. Dire che in questo film funziona è abbandonarsi all’eufemismo.

Cosa non funziona

Dura 189 minuti. Il problema non è tanto nella sua lunghezza. Ma, come in altri film recenti (tipo Avatar), la lunghezza non sembra giustificata da una effettiva necessità di durata. Anche in Babylon ci sono sequenze che sembrano tutto sommato sacrificabili. Il racconto nel racconto con protagonista Tobey Maguire non aggiunge nulla al messaggio del film. In generale, la parte finale non ha la stessa forza della prima, se si eccettua il finale, che creerà parecchie discussioni.

Riflessioni finali

Sì, a noi è piaciuto e anche molto. Pur con i suoi difetti è uno di quei film per cui vale la pena spendere il costo del biglietto per vederlo in sala, senza aspettare che esca in altri lidi. Ma preparatevi ad amarlo o odiarlo, senza mezze misure.


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