Super League: The War for Football, intervista al regista Jeff Zimbalist

La docu-serie in quattro puntate è disponibile su AppleTV+ dal 13 gennaio.
Super League: The War for Football, intervista al regista Jeff Zimbalist
3 min

Jeff Zimbalist, documentarista vincitore di un Emmy, è il regista di La lotta per il calcio - Il caso Super League, nuova docu-serie sul grande scandalo della Super League disponibile su AppleTV+. Ecco cosa ha raccontato sulla produzione della serie:

Come ti sei approcciato a questo progetto? “Con lo stesso atteggiamento che ha avuto una grande porzione del mondo. La notizia, nell’aprile 2021, ha catturato la mia attenzione. La portata e il potenziale impatto di una Super League era scioccante, era un vero e proprio tentativo di destabilizzare i vertici dell’industria del più grande sport del mondo, e coinvolgeva 12 dei più grandi club esistenti 12 dei più grandi brand del mondo che volevano mettere in piedi un campionato che avrebbe sostituito la più grande competizione del pianeta: la Champions League."

Qual è stata la difficoltà maggiore nel portare avanti il progetto?

“Di solito i processi decisionali che abbiamo raccontato si prendono in privato con avvocati e stesure di contratti. In questo caso ci sono voluti molti mesi per ottenere la fiducia dei nostri soggetti intervistati. Abbiamo fatto del nostro meglio per ottenere fiducia e interesse da parte di tutti. L’obbiettivo della serie è quello di stabilire un legame trai grandi delle federazioni e i fan che possono così capire la loro posizione. Questa era la sfida più grande.”

Il documentario si apre con l’affermazione che il calcio è la cosa più importante del mondo tra le cose di nessuna importanza. Alla luce di questa affermazione, come ti sei approcciato a questo film?

“Ho assunto l’atteggiamento di persona che segue il calcio da fan ma anche da professionista che racconta le storie in cui il calcio è un microcosmo, mi trovo spesso a pensare che il calcio rispecchia i valori della società nel momento storico che vive. Così avevo molte domande in merito a quella notizia, soprattutto per chi prende le decisioni. E così con i miei co-produttori su zoom abbiamo cominciato a mettere insieme i pezzi costruendo una indagine accurata ed equilibrata di ciò che stava accadendo. Abbiamo immaginato che la serie non avesse cattivi o buoni, né risposte facili, ma fosse un’opportunità per guardare da vicino un’industria che fattura 4 miliardi l’anno.”


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