Ferrari, i dubbi di Leclerc: “Red Bull e McLaren fanno cose strane”

I sospetti dei piloti di Maranello nei confronti degli altri team: certezze e misteri in pista
Fulvio Solms
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Certezze e misteri. Charles Leclerc prima mette le cose in chiaro «non chiedetemi se sono soddisfatto perché io non lo sono mai quando non vinco», e poi dopo la certezza butta lì anche un paio di misteri: «Guardando i dati c’è qualcosa di strano che Red Bull e McLaren fanno con il motore, una strategia che noi non capiamo. Nei rettilinei perdiamo del tempo, poi nelle curve siamo veloci quanto gli altri se non di più. Una volta che avremo sistemato questa cosa saremo a posto, perché per la gara siamo messi bene. E dobbiamo intervenire su una cosa per la qualificazione, che non abbiamo compreso. Monaco non ci consentirà di giudicare gli aggiornamenti, ma poi arriverà il Canada e il passo avanti della SF-24 sarà più chiaro». Sparito Mattia Binotto dall’orizzonte della Ferrari, è rimasto ad aleggiare il suo “dobbiam capire”. Non è stato dunque il weekend ideale per il presidente John Elkann e l’ad Benedetto Vigna, presenti qui come già due settimane fa a Miami.

I dubbi di Sainz

Pure Carlos Sainz si fa prendere dai dubbi: «C’è sempre un punto di domanda sull’undercut non coperto su Piastri, magari avremmo potuto riuscirci perché il nostro ritmo era simile. E poi abbiamo visto un paio di problemi che hanno pesato. Non sono legati all’assetto ma ad altre cose di cui, ovviamente, in Formula 1 non parliamo. Diciamo che a inizio gara abbiamo visto qualcosa, sul lato aerodinamico e del motore, su cui dobbiamo indagare». I distacchi si sono ridotti e davvero recuperare un decimo, o anche capire dove lo recupera la concorrenza, può essere decisivo. Su piste come Imola e l’imminente Montecarlo, tra l’altro, limare qualcosina in qualificazione può voler dire partire davanti, magari proprio in pole, con ciò che spesso ne consegue sui tracciati tortuosi.

Vasseur: "Tre team molto vicini"

Fred Vasseur ha dispensato il suo ottimismo con la consueta generosità: «Possiamo dire che questo sia un nuovo inizio per la Formula 1 perché abbiamo visto tre squadre molto vicine tra loro, i distacchi sono ormai nell’ordine di un decimo ed è molto bello per il campionato. Non so se sia abbastanza per battere Verstappen, ma fra noi tre siamo tutti in lotta con tutti. Alla fine ci sono cinque o sei macchine in grado di vincere». La strada è giusta, dice il capo: «Non voglio fissare dei nuovi obiettivi per la stagione, voglio soltanto che venga fatto un lavoro migliore rispetto a questo weekend, un passetto in avanti, in modo da crescere gradino dopo gradino e prendere la direzione giusta». Che a questo punto, per essere identificata, richiede il chiarimento dei misteri, le «strane cose sul motore» di Red Bull e McLaren, e le «cose di aerodinamica e motore» su cui c’è un’indagine aperta.

Montecarlo impronosticabile

Tutti hanno già la testa a Montecarlo, feudo ferrarista per la valanga di italiani che si spingono poco oltre la Liguria calandosi nel GP più caotico, anacronistico e proprio per questo affascinante: «Non chiedetemi cosa può succedere a Monaco - dice Vasseur - perché sarà una gara imprevedibile, però ci sono le premesse per fare un ottimo lavoro e i nostri piloti sono molto motivati». Trascinarsi fin lì, dunque, per scoprire se il vero mistero è la trasformazione del podio in qualcosa d’altro.


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