Ferrari e Leclerc ripartono in salita. Vasseur tiene Mekies

Charles a Jeddah perderà 10 posti al via per l’uso della terza centralina elettronica. Il team principal argina le uscite: «Laurent è un pilastro»
Fulvio Solms
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Da Charles Leclerc, la cui bocca frana in un «no no no no» prima dello stop a bordo pista nel GP del Bahrain, sono passati dieci giorni lunghi quanto due mesi. Il tempo è stato dilatato dall’alternarsi di silenzio e agitazione. Il silenzio c’è stato da parte della Ferrari sull’indagine condotta sulle centraline e sulle batterie, un vuoto riempito ieri dall’annuncio che Leclerc domenica a Jeddah dovrà pagare penalità, ricorrendo già alla terza centralina dell’anno (due ne sono consentite per l’intera stagione). Quanto all’agitazione: le dimissioni inattese di David Sanchez, responsabile del concetto di vettura, e le voci che sono seguite, relative a possibili fughe di altri tecnici. E anche la nostra uscita in cui vi avevamo informato di un Frederic Vasseur stufo per l’invadenza dell’amministratore delegato Benedetto Vigna. Bene, su tutti questi argomenti e non solo, Vasseur ha voluto spiegare la sua in una videoconferenza con alcuni giornalisti.

Occasione Sainz

Lemme lemme, intanto, Carlos Sainz si prepara a sfruttare i dividendi di una partenza per lui pulita, senza grane, mentre Charles dovrà arretrare di dieci posizioni: «Il problema del Bahrain è stata la rottura di due centraline, una alla domenica mattina e una in gara – ha spiegato Vasseur – Una cosa che non avevamo mai visto prima, ma abbiamo individuato la causa e questo guaio non si ripresenterà, se non nella spiacevole penalizzazione a Charles. Peraltro i motori potranno essere usati a piena potenza, ciò che è molto importante sui tratti velocissimi di Jeddah». Vasseur sostiene che la Ferrari possa avvicinare la Red Bull, dopo quanto s’è visto nel gran premio di apertura: «Di sicuro non sono soddisfatto e voglio fare un passo avanti. Le caratteristiche dei due circuiti sono completamente diverse tra velocità e asfalto, noi porteremo aggiornamenti a Jeddah, in Australia e quando possibile nei GP successivi. Farlo per tutta la stagione e più velocemente della Red Bull, perché anche loro lo faranno, è l’unica possibilità che abbiamo per metterci in condizione di agganciarla. Intanto credo che domenica saremo più vicini».

Vuole stabilità

Ma questa è l’ordinaria amministrazione, ciò di cui si parla e si parlerà prima di ogni appuntamento dei 23 che compongono questo interminabile Mondiale. Quello cui in realtà ieri Vasseur teneva di più, era rassicurare sulla serenità in squadra e sul fatto che altre figure tecniche importanti non imiteranno la scelta di Sanchez. Sul suo connazionale appena partito, Vasseur ha detto poco: «Non voglio parlare dei dettagli della questione, sono aspetti riservati tra lui e l’azienda. Gli ho fatto gli auguri per il suo futuro, dico che ha dato un contributo importante ma non aggiungo altro». Dunque si è parlato di Enrico Cardile e Laurent Mekies, architrave rispettivamente tecnica e sportiva della Ferrari. Due uomini oggi fondamentali per Maranello. Vasseur ha parlato più di Mekies: «Lo conosco da 25 anni e per me è un pilastro nella squadra. Mi fido di lui e abbiamo un’ottima collaborazione». Parole inequivoche e pertanto, all netto di ciò che Mekies ha eventualmente in animo, sappiamo che Vasseur farà di tutto per tenerlo con sé. Cardile, oggi di fatto nella posizione di un direttore tecnico, è stato indirettamente citato come uomo su cui il team principal fa affidamento. Vasseur ha allontanato le voci che rimbalzano da mesi, forse da un anno, su un possibile ritorno di Simone Resta. Questi, già sotto contratto Ferrari ma distaccato in Haas, sarebbe incompatibile con la presenza di Cardile. E dunque: «Non è previsto l’arrivo di Resta, il quale sta facendo un ottimo lavoro con Günther Steiner alla Haas». Una frase che suona tombale.

Chi comanda?

Vasseur ha invece eluso la domanda che gli abbiamo posto, e che oggi è il ganglio da cui s’irradia il buon funzionamento dell’intera Scuderia: chi è il capo della squadra, lei o Vigna? Un momento di silenzio, una gran risata delle sue e poi una replica priva di risposta: «Tra noi c’è una collaborazione costante, e a oggi posso dire sia ottima. Ci confrontiamo su ogni argomento, io non mi lamento assolutamente di questo, il resto sono chiacchiere. Ripeto: la nostra collaborazione è molto positiva». E fa piacere sentirlo, anche se non ha spiegato chi comandi: se cioè oggi la Ferrari sia una squadra com’è sempre stata e come sono le altre, con pieni poteri attribuiti al team principal, o se l’amministratore delegato dell’azienda faccia costantemente invasione di campo. Ci risulta che proprio questo determini l’irritazione dei tecnici apicali: garantendo che il loro rapporto sia ottimo, Vasseur ha spento i fari sul nodo della questione.


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