Disastro Ferrari, l'eterna fuga da Maranello: uno spreco senza fine

Allison d.t., Tortora promosso: Wolff li colleziona e lo spreco continua
Disastro Ferrari, l'eterna fuga da Maranello: uno spreco senza fine© Getty Images
Fulvio Solms
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Dunque abbiamo un capo assoluto della Formula 1, due team principal, un direttore tecnico e molto altro messi su con i resti – si fa per dire – della Ferrari. Il comunicato con cui Alpha Tauri ufficializza l’acquisto di Laurent Mekies merita un gastroprotettore contro l’acidità di stomaco e anche di questo tocca parlare, oggi: la Ferrari che sul mercato dovrebbe sedurre (se ne è capace) e prendersi i migliori, ecco, quanti dei suoi migliori ha già regalato agli altri? Il bruciore s'era appena riacutizzato con l’annuncio della Mercedes che, per risolvere la crisi, ha pregato James Allison di tornare a fare il direttore tecnico. E ha promosso Giacomo Tortora, altro ingegnere di valore che era stato messo ai margini, dimenticato in un ufficio dalla Scuderia ma non dalla Stella tedesca, che nel 2020 l’aveva chiamato a Brackley.

Wolff, il collezionista

Allison che aveva contribuito a rendere forte la Ferrari negli anni di Schumacher, andò via e tornò nel 2013, ma fu allontanato nel 2016 da Marchionne, il quale non lo sopportava: «Mi parla dall’alto in basso come se fossi un imbecille, come se non capissi niente», confidò l’ex presidente a Pino Allievi che ne ha riportato proprio nel numero di Autosprint in edicola. E così andò a fare la fortuna delle ultime Mercedes irresistibili, quelle schierate tra il 2018 e il 2020. Toto Wolff , appassionato collezionista di fuorusciti Ferrari, proprio si scioglie quando parla di Aldo Costa, con lui dal 2011 al 2019. «Gente come Aldo non la sostituisci, e infatti quando andò via abbiamo dovuto dividere le sue responsabilità fra più persone – ha raccontato – Ci sono voluti due anni e mezzo per ridare un assetto al team». E Costa era stato scaricato brutalmente nell’aprile 2011, per scelta dell’allora presidente Montezemolo.

Quanti rimpianti per la Ferrari!

Si tende a dimenticare una faccia, forse perché l'abbiamo tutti i giorni davanti agli occhi: Stefano Domenicali capo della Formula 1, dopo essere stato presidente e a.d. della Lamborghini. Pure lui fu dimissionato – era il 2014 –, un po’ alla maniera in cui è recentemente toccato a Mattia Binotto. Tanto che ora viene da chiedersi: dove rispunterà quel cespuglio di capelli? Occasione sprecata anche con David Sanchez il quale – per chiarezza – non è stato mandato via per le scarse prestazioni della SF-23 ma se n’è andato lui, per le stesse ragioni e con le stesse modalità che hanno caratterizzato il disamoramento di Mekies. E i rimpianti non si fermano qui: Sanchez in McLaren troverà come team principal Andrea Stella, ed è notevole che un esule ferrarista sia assurto a un ruolo così importante nella seconda squadra più gloriosa della Formula 1 dopo la Rossa. Duole ricordare altri nomi: il motorista Luca Marmorini ha investito su sé stesso fondando la società di consulenza Marmotors, Lorenzo Sassi che ha lavorato accanto a lui è stato risucchiato da Mercedes a Brixworth. E’ un vecchio vizio del Cavallino, come testimoniano anche i primissimi anni Duemila: non aver valorizzato il genio di Giorgio Ascanelli, oggi in Brembo, fu un esercizio di purissimo spreco. Si dovrebbe invertire la tendenza e diventare calamita, ma questo oggi è il libro dei sogni.


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