Gp di Spagna, Ferrari tra paradiso e inferno

Rosse in prima e ultima fila: Sainz veloce sul giro secco e Leclerc frenato da un guasto misterioso
Gp di Spagna, Ferrari tra paradiso e inferno
Fulvio Solms
4 min

Paradiso e inferno, ghiaccio e fuoco, evocate voi l’immagine che preferite per creare una cornice a una situazione obiettivamente bizzarra: una Ferrari in prima fila e una in ultima. Ed entrambe non sono facili da spiegare, soprattutto Leclerc, diciannovesimo con un problema misterioso incistato da qualche parte nella macchina. Non era propriamente così che Maranello contava di far debuttare la SF-23 rivista e corretta in salsa Red Bull.

'Inferno' per Leclerc

Se la notizia è il bambino che morde il cane, tocca partire dalla voce pesantemente negativa della giornata. Charles Leclerc ieri non riusciva a guidare, ed è escluso che si sia imbrocchito. Incredulo sì, però, alla fine del Q1 che l’ha visto uscire al primo taglio: «Siamo fuori, giusto?», ha chiesto al suo ingegnere di macchina. E Xavi Marcos lapidario: «Sì, siamo fuori». Il pilota: «Incredibile». Già prima aveva lanciato un avvertimento via radio su qualcosa che non funzionava tra la curva 8 e la 10. Era partito per l’ultimo giro passando sotto al traguardo all’ultimo secondo utile, ciò che aveva fatto annusare un’impresa in arrivo. E invece: 1”142 di distacco da Hamilton, che in quella sessione era stato il più veloce. Uno sproposito. Pur senza capire cosa gli avesse reso la macchina inguidabile, Leclerc ha localizzato la grana nella zona posteriore destra: «Non riuscivo a percorrere le curve a sinistra». E per fortuna che il circuito è destrorso, con sole quattro curve a sinistra su quattordici in totale! La sua gara di oggi, speriamo su vettura mondata dal difetto e in grado di farlo rimontare, sarà molto finalizzata alla raccolta di dati. L’indagine dei tecnici, interrotta ieri dal regime di parco chiuso, proseguirà questa mattina. Che poi il monegasco alla fine sia stato pure sorteggiato per l’antidoping, ecco, dev’essere un altro scherzo del diavoletto che ieri aveva deciso di tormentarlo.

Sainz in paradiso

Carlos s’è lodato da solo: «Sono stato bravissimo, ho guidato benissimo». È strano sentire un pilota che parla così, ma certo la sensazione di poter fare da capitano della Ferrari nella sua gara di casa - Montmelò, dove da bimbo osservava Alonso dal basso in alto, e sognava - deve far sentire leggeri. Per quanto in prima fila, la Rossa è a mezzo secondo da Max Verstappen, il quale continua a muoversi ovunque come il padrone del circuito. Sainz è stato in palla dall’inizio, chiudendo la Q2 terzo a soli trenta millesimi da SuperMax. Poi il Q3 con un primo giro incerto – a metà sessione era sesto a un secondo e mezzo – e un altro migliore, in cui almeno ha tirato via un secondo al tentativo precedente.

Quante domande per le Ferrari

È presto per dire che la pezza messa sulla macchina funzioni, giacché la Rossa è sempre stata piuttosto brillante sul giro secco e il vero nodo - il consumo delle gomme sulla distanza della gara - andrà sciolto oggi. Le risposte che si attendono sono fondamentalmente sulla qualità della SF-23: lasciando Verstappen ai suoi percorsi interstellari, potrà Sainz difendersi da Norris (McLaren), Hamilton (Mercedes) e Aston Martin (Stroll quinto, giornata stortissima per Alonso ottavo dopo le penalità a Gasly per doppio ostruzionismo a Verstappen e Sainz) nel ritmo di gara? E potrà Leclerc ottenere qualche buon punto muovendosi dalle profondità della griglia? E ancora: qual è oggi la Ferrari vera, quella che scatta al fianco di Verstappen (ieri l’altra Red Bull è mancata perché Perez ha pasticciato in Q2, parte undicesimo), oppure quella col singhiozzo? Sempre degli uomini di Maranello si tratta, capaci evidentemente di cose pregevoli, ma anche di inciampi. Guardate quante domande, quanti dubbi e quanti trabocchetti ancora sul terreno per una Scuderia attraversata da troppe incertezze, impegnata nello sforzo di ritrovare sé stessa.


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