Infortuni e dolori articolari: «Lo sport la migliore medicina»

«L'attività fisica è un'alleate della salute se non si hanno problemi fisici particolare, ma se non ci si allena in modo graduale e costante si rischiano autentici disastri»
Infortuni e dolori articolari: «Lo sport la migliore medicina»
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L’avvertimento arriva dal dottor Giovanni Di Giacomo, specialista in chirurgia ortopedica, in particolare in chirurgia della spalla e del ginocchio, presso il Concordia Hospital di Roma e il Dr. Alessandro Danieli, fisioterapista e responsabile del Poliambulatorio Fisiodanieli in Roma.

La raccomandazione è destinata agli atleti della domenica e a coloro che, con la bella stagione ormai alle porte, pensano che la prolungata inattività invernale sia facilmente superabile, magari con una bella partita a tennis o a calcetto con gli amici: «Non è così… Quando ci si allena in modo progressivo si mette benzina nell’organismo, ma quando la benzina finisce è un guaio». 

Ovviamente la vita frenetica, soprattutto nelle grandi città e i mille impegni tra casa e lavoro «spesso rendono difficile organizzarsi e trovare il tempo necessario, almeno 2-3 volte a settimana, per fare un po’ di moto – afferma il dottor Di Giacomo – e non bisogna neanche sottovalutare le condizioni ambientali». Tra i consigli del medico, evitare di fare sport in inverno nelle ore più fredde e d’estate tra le 11 e le 15, idratarsi di continuo quando si suda molto. Altro aspetto spesso trascurato da dilettanti e sportivi occasionali è l’alimentazione: «È meglio mangiare cibi leggeri e facilmente digeribili in prossimità della partitella con gli amici». Un’altra componente che spesso viene sottovalutata dall’opinione pubblica «è la predisposizione genetica di alcuni soggetti a incappare di frequente in infortuni, infiammazioni tendinee, strappi muscolari e danni all’apparato muscolo-scheletrico», senza dimenticare però che «ognuno di noi ha una resistenza dei tessuti diversa. Basta pensare alla carnagione: chi ha la pelle molto chiara se in estate si espone al sole per più di 15 minuti senza protezione rischia di scottarsi. Chi invece ha la carnagione olivastra e si espone ai raggi ultravioletti per 3-4 ore si abbronza appena ».

Anche l’età gioca un ruolo importante: «Non esistono limiti di età per fare sport – precisa Di Giacomo. Se un uomo o una donna non hanno problemi cardiovascolari, respiratori e metabolici, fare attività all’aria aperta in modo graduale e costante è la migliore medicina che ci sia: fa sicuramente bene, aiuta a prevenire l’osteoporosi e ci si diverte anche, senza andare in sovraffaticamento e imparando a conoscere il proprio corpo e i propri limiti». 

E chi è rimasto in poltrona tutto l’inverno come deve comportarsi? «Deve riprendere progressivamente, cominciando con una corsetta di 10-15 minuti dopo essersi ben riscaldati per poi aumentare gradualmente e senza eccessi – risponde l’esperto. E poi consiglio di sottoporsi a una visita generale da un medico sportivo sia per escludere complicazioni che per fare uno screening di prevenzione». 

Ora ascoltiamo il dottor Danieli che ci spiega esattamente cosa vuol dire riabilitare, e in questo caso, portare uno sportivo alla completa guarigione.

«Riabilitare vuol dire tentare di riportare alle condizioni di normale funzionalità un tessuto (es. muscolo, tendine, osso etc.) o un apparato (cuore e vasi, etc.) si può riabilitare l’apparato cardio-vascolare, l’apparato neurologico, l’apparato respiratorio e l’apparato muscolo-scheletrico. Nello specifico, la nostra Equipe è formata da fisioterapisti che si dedicano, da diversi anni, alla riabilitazione dell’apparato muscolo scheletrico. La riabilitazione può essere preventiva o più frequentemente post-traumatica e/o post-chirurgica» continua il dottor Danieli. «La riabilitazione preventiva è appannaggio degli sportivi professionisti che sollecitando l’apparato muscolo-scheletrico in modo particolarmente intenso, necessitano di un trattamento specifico. Quella più nota invece, è la riabilitazione post-traumatica o post-chirurgica alla quale normalmente si sottopongono persone vittime di incidenti sportivi, stradali, domestici etc». 

Facciamo un esempio pratico: durante una competizione sportiva, si può produrre un trauma distorsivo del ginocchio o una distrazione muscolare. Il normale iter, in questi casi, deve essere quello di rivolgersi ad un medico specialista che, come primo obiettivo, avrà quello di formulare una diagnosi di precisione avvalendosi di vari fattori tra i quali la storia clinica del paziente, la dinamica dell’incidente, l’esame obiettivo e le immagini strumentali (che sono le radiografie le ecografie o esami più complessi come la TC e la RM). Nel caso in cui il paziente non necessiti di alcun gesto chirurgico (es. lieve trauma distorsivo di ginocchio, distrazione muscolare, sub-lussazione della spalla) la prima fase prevedrà riposo e un trattamento riabilitativo che miri a ridurre il dolore e il processo infiammatorio locale ed è proprio qui, che l’impiego di alcuni mezzi fisici, come il LASER e la TECAR, trovano la loro migliore espressione. La seconda e la terza fase sono mirate al recupero del movimento (articolarità) e del tono muscolare.

La fisioterapia non finisce quando il paziente varca lo studio del fisioterapista, conclude il dottor Daniele, ma continua nella vita quotidiana, con gli esercizi a casa e con l’attenzione ai movimenti che possono minare in qualsiasi modo la salute del paziente.

 

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