Al Macro arriva Li Chevalier con Trajectory of Desire

In occasione della quarta tappa del progetto promosso da Roma e Venezia, domani verrà inaugurata la suggestiva mostra dell'artista franco-cinese presso la sede di Testaccio-La Pelanda
Al Macro arriva Li Chevalier con Trajectory of Desire
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In occasione della quarta tappa del progetto “From La Biennale di Venezia & OPEN to MACRO. International Perspectives” ideato e curato da Paolo De Grandis e Claudio Crescentini, domani verrà inaugurata  presso il MACRO di Testaccio-La Pelanda la mostra “Trajectory of Desire” dell'artista franco-cinese Li Chevalier. Organizzata all'interno di un progetto che vede convergere insieme le “prospettive” d’arte di due città, Roma e Venezia appunto, che lavorano per far viaggiare le esperienze dell’arte internazionale sul territorio nazionale, l'originale esposizione si presenta come una vera e propria ricerca estetica che mira a svelare la verità del mondo. Una mostra elegante e raffinata contraddistinta da una poetica fusione tra la tradizione cinese ed un contesto squisitamente occidentale; il tutto arricchito da un'estrema sensibilità e amore per l'armonia ereditato dalla sua passione per la musica, coltivata dall'età di 15 anni. 

Nato a Pechino e trasferitosi a Parigi, Li Chevalier non ama i confini e i dettami. E' piuttosto la raffinata combinazione di differenti discipline, linguaggi estetici, origini e derivazioni, che dà alle sue opere una vocazione particolare: l’artista conduce lo spettatore attraverso incontri misteriosi verso una profonda riflessione sui nostri sistemi di pensiero, oltre qualsiasi tentativo di egemonia artistica.

L'artista presenta inoltre “Polifonia”, un’installazione monumentale composta da violini e 30 opere di pittura sperimentale ad inchiostro. Con il termine “polifonia” si intende una scrittura musicale a più voci, ciascuna con le sue proprie dinamiche, che convergono in un unico complesso musicale. L’installazione di Li Chevalier, composta di elementi artistici provenienti da Oriente e Occidente, è dunque un’immagine metaforica del nostro mondo che non può più frenare il suo cammino verso uno spazio “comune”, dove nazioni e civiltà si incrociano ed interagiscono. L’opera intende rendere omaggio alla vitalità e creativa nata dagli incontri, dalla tolleranza e da tutti quei valori che rendono l’Europa un terreno fertile per l’espressione e il dialogo.     


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