Tra jazz e musica afroamericana: ecco il M’BOOM Fest

Da domani fino al 13 maggio, cinque giorni e cinque concerti al giorno con musicisti e ospiti internazionali presso lo Spin Time, nel cuore di Roma
Tra jazz e musica afroamericana: ecco il M’BOOM Fest
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Sia per gli amanti del genere sia per chi è meno esperto, si tratta certamente di un appuntamento da non perdere. L’Anonima Jazzisti, gruppo di musicisti che ha fatto dell’auto-organizzazione e dell’auto-determinazione la sua unica forma di espressione, presenta con orgoglio un evento unico per la città: M’BOOM Fest-Il treno della musica Afro Americana, da domani fino al 13 maggio. A ospitare queste cinque giornate musicali è lo Spin Time, cantiere di rigenerazione urbano e spazio polifunzionale occupato nei pressi della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, nel quartiere Esquilino. 

Ma qual è lo scopo della manifestazione? Il nome parla chiaro. L’Anonima Jazzisti vuole rigenerare il panorama del jazz e della musica afroamericana a Roma così da valorizzarne l’indole di melodia critica ed espressione giovanile contemporanea. Cinque giorni per cinque concerti al giorno con tanto di jam session finale notturna, oltre a vari appuntamenti sparsi nei luoghi dello Spin Time. Fiore all’occhiello della struttura, la grande Sala Auditorium che offre una delle acustiche migliori della città per dare modo al pubblico di immergersi totalmente nell’atmosfera di ribellione e rivoluzione espressi dalla ritmica jazz e afroamericana. 

Tra i tanti ospiti che accorreranno alla manifestazione ci sono i musicisti romani Mario Corvini e Stefano Micarelli del Brit in Jazz, Carlo Conti, il batterista Armando Sciommeri, le voci sassofonistiche di Danielle Di Majo e Carmen Falato e il trombettista Oscar Rosati. Ma anche tanti artisti internazionali che hanno accettato con entusiasmo di esibirsi per il M’BOOM Fest, tra cui il batterista statunitense Gregory Hutchinson che suonerà insieme al contrabbassista Ameen Saleem. Tutti uniti verso un obiettivo comune: dare risalto alle numerose band della Capitale - e non solo - spesso non adeguatamente supportate dal sistema culturale istituzionalizzato così da far salire tutto il pubblico treno della musica jazz e afro americana.


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