Ukus in Fabula, l'intervista a Daniele Dencs

La band italiana di ukuleisti più famosa è pronta a sbarcare in Australia. Ecco cosa ci hanno raccontato
Ukus in Fabula, l'intervista a Daniele Dencs
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ROMA - È partito il tour mondiale del 2018 per gli Ukus in Fabula, il trio di ukulelisti italiani più girovago e divertente che c’è. Mai stanchi, dopo centinaia di concerti in Italia e all’estero ed apparizioni in show televisivi, per il 2018 è già confermata la loro presenza nientepopodimeno che in Australia dal 19 al 22 aprile al Sunshine Coast Ukulele Festival , vicino Brisbane; in Austria dal 25 al 27 maggio all’ Austrian Ukulele Festival a Graz e poi a seguire in Scozia , Israele e Grecia , oltre alla consueta e intensa attività live in teatri, locali e piazze d’Italia.

Ukus in Fabula è una formazione unica e poliedrica, una miscela esplosiva di colori e differenti personalità, che parte dal classico e tradizionale trio acustico per arrivare al suono potente di una rock band spaziando fino al “cabaret musicale”. Nel loro spettacolo i tre “musicomici”, giocano con la musica e il pubblico con grande maestria, lo show è un susseguirsi di rivisitazioni strampalate di classici immortali, inediti riarrangiamenti di brani famosi, suonati solo ed unicamente con ukulele.

Il trio è così composto: ukulele tenore e voce di Claudio Borrelli , Ukulele tenore e voce di Gabriele Proietti , l’ukubasso, footdrum e voce di Daniele Dencs .

Abbiamo raggiunto al telefono Daniele Dencs prima della partenza per l'Australia, ecco cosa ci ha raccontato.

Quando nasce il vostro gruppo e come mai avete scelto di suonare uno strumento non molto conosciuto come l'ukulele?
Il gruppo nasce cinque anni fa dall'avvicinamento mio con un altro ukulelista. Mi comprai questo ukulele basso per vedere come era e abbiamo fatto questo duo cominciando a suonare dappertutto con grande riscontro. Poi siamo diventati tre e abbiamo cominciato a farci conoscere anche all'estero. Il nostro vantaggio era di avere solo un ukulele dietro e che eravamo simpatici e quindi la gente si divertiva. Ora l'ukulele sta diventando una moda, spero anche per merito nostro. Tra l'altro noi non facciamo solo concerti con riarragiamenti di brani famosi ma anche workshop e libri.

Cos'è il cabaret musicale che voi presentate all'estero?
E' dato dal mettersi in gioco con quello che facciamo. A cominciare dallo strumento e dal fatto che ce l'abbiamo piccolo. Diciamo "conta come lo usi, non quanto ce l'hai grande", etc. Oltre a giocare sullo strumento abbiamo riarrangiato anche 'Ukulele romano' al posto di 'chitarra romana', o 'Sono un hawaiano' al posto di 'Sono un italiano' di Toto Cotugno. Il nostro è un musciglio di musica e testi. Poi raccontiamo molte cose prendendoci in giro.

E adesso una tournée in Australia...
Ci hanno contattato dal Festival internazionale dell'ukulele, il nostro nome ha girato bene evidwentemente e ci hanno invitato ospitandoci per vitto e alloggio e abbiamo accettato di corsa. Poi andremo in Scozia per la seconda volta e da lì in Israele fino a Graz a fine maggio.


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