Richard Dreyfuss: «Io e quel mostro di Madoff»

L'attore americano Premio Oscar al RomaFictionFest per presentare la miniserie sul criminale statunitense: «Ci sapeva fare con la gente, sembrava un cucciolo. Invece ha fatto tanto di quel male che la sua punizione non sarà mai abbastanza»
Richard Dreyfuss: «Io e quel mostro di Madoff»© ANSA
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ROMA - È uno sguardo agghiacciante sull'ascesa e sulla caduta di un uomo la cui avidità non conosceva limiti, scatenando una marea di miseria. Un Richard Dreyfuss istrionico, amorale, viscido e incontenibile, più che credibile nella serie 'Madoff' presentata in anteprima al RomaFictionFest (in prima tv su Sky Cinema 1 HD il prossimo 28 gennaio alle ore 21.15), nei panni di quel creatore di una sorta di alfa e omega di un progetto di frode conosciuto come lo schema Ponzi. «Quello che ho interpretato - racconta l'attore - non era un uomo, ma un mostro e mi spiace se qualcuno può aver provato qualche forma di simpatia per lui guardando il film. In effetti, questa era la tattica di Bernie Madoff: il fascino, il saperci fare con la gente, il sembrare affidabile, un cucciolo. Ha frodato milioni di risparmiatori. Ma da allora non molto è cambiato negli Stati uniti, e le banche, diciamolo una volta per tutte, sapevano tutte quello che stava combinando, sono tutte colluse. Nessuno ha fatto niente per fermarlo. Quello che mi spiace è il fatto che la Abc News non ha avuto il coraggio di citare il nome di queste banche per paura di cause legali».

Il premio Oscar presta il volto all'ex presidente del Nasdaq e 'cervello' della più vasta truffa nella storia di Wall Street, Bernie Madoff condannato a giugno 2009 a 150 anni di carcere, il massimo della pena. Il detenuto federale numero 61727-054 sta scontando la condanna nel carcere di North Carolina. Data del rilascio prevista, 14 novembre 2139, ma il detenuto non ci arriverà vivo, al momento della condanna aveva già 70 anni. Nel cast una più che convincente Blythe Danner nel ruolo di sua moglie. Il drama racconta la rapida ascesa e la brusca caduta dell'ex consulente d'investimento, così come le conseguenze delle sue azioni sulla famiglia, i soci e gli investitori. L'11 dicembre 2008, dopo anni di onorata carriera nel mondo della finanza, l'uomo viene arrestato dagli agenti federali con l'accusa di aver truffato i suoi clienti provocando un ammanco pari a circa 50 miliardi di dollari. Ispirata alla vita reale dell'ex broker, la miniserie in due episodi ci trasporta nello spesso poco chiaro mondo della finanza, svelandoci gli scheletri nell'armadio di una delle più grandi truffe del secolo, costata miliardi di dollari ad ignari risparmiatori, spiegandoci con un linguaggio chiaro e semplice sistemi complessi, tematiche economiche solitamente appannaggio degli esperti del settore, umanizzando almeno nella prima parte la controversa figura del protagonista, in un gioco pericoloso ma efficace per mostrarci l'uomo dietro al criminale, anche se alla fine certi suoi tic, certi suoi modi spregiudicati di agire vengono resi dall'attore protagonista fastidiosi come quelli di un piccolo arrivista che punta ad accumulare successo e denaro sulla pelle altrui.

Con il Raymond De Felitta del sottovalutato City Island (2009) in cabina di regia, il drama è un adattamento del libro omonimo firmato da Bryan Ross. Tra i grandi lavori e riconoscimenti cinematografici Dreyfuss vanta nel 1973 la sua interpretazione in American Graffiti di George Lucas, Lo squalo (1975) e Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) di Steven Spielberg; nel 1978 ha ricevuto l'Oscar come miglior attore per il film Goodbye amore mio! diretto nel 1977 dal regista Herbert Ross. Ma Richard Dreyfuss cosa pensa del futuro degli Stati Uniti e del nuovo presidente Usa? «Donald Trump ha percepito la rabbia popolare, ha fatto leva sulla paura. È un uomo grottesco. Sono preoccupato. Non voglio sindacare sui suoi principi - risponde l'attore - ma sulla sua assoluta mancanza di decenza. È come un bullo da bar, o quello che non vorreste mai invitare a cena. Vi piacerebbe dare vostra figlia in sposa a un uomo come lui? Sono sicuro di no!»


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