ROMA - «Alla fine il teatro non è poi tanto diverso dal calcio: bisogna saper fare gioco di squadra». Mentre il campionato si ferma per la pausa di Natale, per Tiziana Foschi oggi si apre un piccolo "tour de force": l'attrice romana della "Premiata Ditta" debutterà infatti stasera al Teatro dei Conciatori con "Cibami", una replica di uno spettacolo che è andato talmente bene da riproporlo anche quest'anno. «Dal 6 al 15 gennaio invece porteremo in scena al teatro di Via Ostiense "Lettere di Oppio" - annuncia però Tiziana -, una commedia particolare enigmatica, scritta da Pisu: è ambientata nella Londra del 1860, in piena guerra dell'oppio. Un argomento decisamente attuale, trattandosi della legalizzazione di uno stupefacente! Personalmente penso sia una questione estremamente controversa, è difficile prendere posizione a favore o contro: per quanto mi riguarda, da ragazzina non me le passavano neanche le canne, perché non mi facevano effetto!».
Non solo teatro però per l'attrice cresciuta alla Garbatella, tifosissima della Roma: «Ho buone sensazioni quest'anno. Nella mia famiglia il calcio si vive in modo seriamente goliardico: ho un nonno laziale sfegatato, che ha avuto 11 figli, tutti romanisti! Addirittura quando la Roma vinse lo scudetto gli dipingemmo di giallorosso l'auto. Anche nella Premiata Ditta eravamo a maggioranza romanista, col solo Pino Insegno a rappresentare la "minoranza rumorosa" laziale. Per il resto vedo diversi punti di incontro tra il calcio e la recitazione: ad esempio sulla carriera di Totti andrebbe fatto come minimo un film! Poi ci sono tanti giocatori che pensano troppo alla propria "parte" e troppo poco alla squadra, e questo è negativo tanto nel calcio quanto per un attore. Ci vuole passione, umiltà: un giocatore esemplare in questo senso penso sia Buffon, anche se non è della Roma...»