Storie di portieri e due libri sul Torino

Storie di portieri, sempre al limite tra la follia e l'eroismo: da Higuita a Pfaff, da Sebastiano Rossi a Hope Solo, portieri guasconi, donnaioli, violenti, imprevedibili. E poi due libri sul Torino: un viaggio nei primi anni granata e un volume tutto fotografico sull'epopea del Grande Torino.
4 min

Cambia il calcio, cambiano i ruoli e le attitudini dei giocatori, ma quello del portiere resta sempre - a maggior ragione con le nuove regole e l’incubo della “tripla sanzione”, che proprio non si riesce a scacciare - un mestiere difficile, da “figli di puttana”, tanto per citare il titolo del divertente libro di Bagattini. L’autore già ci aveva incuriosito con “Portierii. Eroi di sventura”, di un paio di anni fa, ora torna a parlare dei numeri 1 raccontandoci storie di campo e di vita tra il poetico e l’incredibile. Aneddoti divertenti - come quello del belga Pfaff, che scappa dal ritiro della Nazionale travestito da infermiere - altri orribili (la storia del brasiliano Bruno Fernandes, già capitano del Flamengo, che uccide l’amante per una gravidanza indesiderata) o solo tristi, come le vicende dei tanti ragazzi coinvolti nel recente scandalo del calcio-scommesse. E poi portieri spacconi, narcotrafficanti, violenti, cocainomani, donnaioli, scambiati per eroi (come lo svedese Hellstroem con le sue parole poi smentite sulle madri di Plaza de Majo), o semplicemente matti, come il grande Hugo Gatti, forse il più “loco” di tutti. Trova spazio, finalmente, anche una portiera, la bella statunitense Hope Solo. Anche lei, due volte medaglia d’oro alle Olimpiadi, ha qualche scandaluccio da raccontare…
PORTIERI, figli di puttana, di Fausto Bagattini; Ultra Sport Edizioni, 237 pagine, 16,50 euro.














 


Il Grande Torino è un mito che resiste al tempo, certo, ma non sarebbe giusto limitare la storia granata alle imprese di Loik e compagni. Lo testimoniano questi due libri, originali e molto interessanti, utili a perpetuare, ciascuno a modo suo, la leggenda granata. Uno è solo fotografico, e passa in rassegna - con la presentazione di un torinista doc come Gian Paolo Ormezzano - gli anni delle tante vittorie del Grande Torino, in serie A e con la maglia della nazionale, fino al terribile schianto di Superga. Immagini di un altro calcio e di un’altra Italia, dove spiccano i volti scolpiti nella roccia dei protagonisti, da italiani del primo Dopoguerra; e poi gli scudetti malamente cuciti sulle maglie, e la giacca di Vittorio Pozzo che “tirava" sulla pancia, i due fratelli Mazzola con la maglia del papà Valentino, i ragazzi in calzoncini corti e sandali che sembrano usciti da una canzone di Paolo Conte, o quella immagine di Bacigalupo con il collega juventino Sentimenti IV, foto che il portiere granata teneva nel portafogli, anche il giorno della morte. L’altro libro torna un po‘ più indietro nel tempo, ci fa passeggiare nella Torino degli Anni Venti, ci porta a conoscere i fondatori della società granata, ci racconta - dalla viva voce della figlia Liliana - le vicende di Carlos Martin Volante, conosciuto come “El Infatigable”, centrocampista argentino che giocò col Torino agli inizi degli Anni Trenta. E poi l’evoluzione degli stadi e le imprese delle prime squadre giovanili del Torino. Insomma, una divertente macchina del tempo, arricchita da foto e pubblicità dell’epoca e da estratti di vecchi testi sul calcio e sul Torino. Una chicca per appassionati, non solamente di fede torinista. 

GRANDE TORINO, storia fotografica di un mito; di Roberto Bamberga, Edizioni del Capricorno, 143 pagine, 9,90 euro.
STORIE DAL PASSATO GRANATA, di Daniele Costelli e Marco Morelli di Popolo, Effedì Edizioni, 100 pagine, 12 euro.


© RIPRODUZIONE RISERVATA