Addio a Gianfranco Silecchia, lo storico ds del reparto corse Fiat

Prima pilota, poi direttore sportivo, se n’è andato l’uomo che ha fatto grande Fiat nel rally
Addio a Gianfranco Silecchia, lo storico ds del reparto corse Fiat
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E’ morto, all’età di 83 anni, Gianfranco Silecchia, l’uomo che  negli anni ’70 ha creato il mito FIAT nei rally. Piemontese, originario di Pinerolo, appena finito il liceo negli anni ’50, diventò corrispondente da Pinerolo per la Gazzetta del Popolo, ma la passione per le corse lo portò, negli anni ’60 fondare, con alcuni amici la Pinerolo Corse e correre come pilota.

Come ha creato il mito

Grazie ai contatti con il dottor Robustelli, direttore di una concessionaria locale FIAT, riuscii a farsi conoscere dal Reparto Corse della Casa torinese che nel 1969 gli affidò il ruolo di consulente della Direzione tecnica e poi, nel 1971 lo assunse come Direttore Sportivo. Visse, dunque, da protagonista gli anni d’oro del rally italiano, animati del dualismo tra Fiat e Lancia, sfociati poi in autentici contrasti quando i due dipartimenti sportivi confluirono in uno solo. A Silecchia, si deve l’ingaggio di quella leggenda assoluta Markku Alen, asso finlandese che fece volare le vetture del Gruppo Fiat nei rally per un decennio. Ma i tratti distintivi di Silecchia erano fiuto e intuito nel gestire la squadra e progettare strategie vincenti anche quando gli avversari avevano mezzi più competitivi.

Gli aneddoti

Come, per esempio, nel Rally del Marocco del 1975. Fiat aveva ingaggiato Darniche, che aveva vinto l'edizione del 1973. Grande conoscitore del tracciato, il pilota francese aveva segnalato due punti lungo il percorso che potevano essere usati per tagliare 30 km alla tappa. Un vantaggio noto a parecchi, ma che se annullato avrebbe fatto perdere tempo a chiunque avesse provato a usare quella scorciatoia.

L’idea era di bloccare l’accesso alla scorciatoia con un elicottero, ma come? In Marocco ne erano disponibili solo 3, uno militare, dedicato alla scorta reale, e gli altri due della famiglia reale. Ma dopo due giorni di telefonate, Silecchia ottenne uno dei due dei reali, con un pilota a sua disposizione, che eseguì il piano stabilito: chi provò a fare il “furbo”, si trovò l’elicottero davanti e fu costretto a tornare indietro! Ciao, Gianfranco, buona ultima prova speciale.


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