MV Agusta Rivale: sulle giostre

Federico Porrozzi
6 min

Inutile nasconderlo, la Rivale è "terapeutica". Se esci di casa con 500 euro di bollette da pagare alla posta, la riunione con il capo fissata proprio all'ora degli gnocchi del giovedì e l'erba del giardino da tagliare al rientro (l'ultimatum di tua moglie non è rinviabile), basta aprire la porta del box, accendere la luce e fermarti 30 secondi a guardarla, prima di indossare il casco e andare in ufficio. 

Come è fatta

Questa MV è estrema sin dalla prima occhiata: cerchi a cinque razze, forcellone monobraccio, scarico corto, blocco motore e telaio neri a risaltare il rosso di una carenatura davvero minimal. La Rivale non fa niente per nascondere la sua indole aggressiva con il codone filante, la sella alta e caricata in avanti, il serbatoio (da 12,9 litri) ben rifinito con lo storico stemma MV evidenziato ai lati, ma anche il frontale a V caratterizzato dai paramani fissati su un manubrio da vera motard e un parafango anteriore talmente piccolo da sparire alla vista generale. Da evidenziare il portatarga e il parafango posteriore, posti sopra la ruota attraverso un braccetto laterale fissato sul forcellone: questo permette di tenere libero lo spazio tra la gomma e il sottocodone, dov'è stato inserito il blocco luci posteriore.

Somiglia alle altre MV F4, Brutale e F3. Delle ultime due ha in comune anche i tre cilindri del motore: questo pesa 52 kg, è un 800 cc da 125 cv a 12.000 giri di potenza massima e coppia di 84 Nm a 8.600 giri. Le marce sono 6, azionabili attraverso il cambio rapido (si utilizza la pedana senza toccare la frizione) mentre per quanto riguarda la risposta del motore, la Rivale offre quattro mappature diverse: guida sport, normal, rain e custom, quest'ultima personalizzabile dal pilota. Il "festival dell'elettronica" si chiude con il controllo di trazione regolabile su 8 livelli (in modalità 1 l'intervento è quasi impercettibile, a 8 è come una maestra durante un compito in classe), il freno motore regolabile e il limitatore dei giri. Il tutto può essere gestito dal manubrio tramite blocchetti elettrici ma è consigliabile fermarsi ed impostarlo da bordo strada o da una piazzola di sosta. Davanti al manubrio c'è il pannello strumenti completo di tutte le spie e gli indicatori, ben leggibile nonostante le misure non proprio "turistiche".

La ciclistica può vantare un telaio in acciaio a traliccio con piastre in alluminio, su cui sono fissati una forcella Marzocchi da 43 mm e un monoammortizzatore Sachs regolabile sul posteriore. L'impianto frenante è composto da due dischi da 320 davanti e uno singolo da 220 dietro, con pinze radiali Brembo. L'ABS, chiesto a gran voce da clienti e addetti ai lavori, è arrivato da poco ed è disponibile in una versione dedicata che costa 13.290,00 euro (senza, la Rivale è proposta a 12.690,00). I colori in commercio sono Rosso/Argento, Nero Metallizzato e Grigio Avio metallizzato opaco.

 

Come va

Compatta e stretta, alta sul posteriore, manubrio basso. Risultato? Appena saliti in sella si ha la sensazione di stare "affacciati in balcone". Che non sia per neofiti l'abbiamo già detto ma forse è meglio ricordarlo. La parola "confidenza" inizia a far parte del vocabolario della prova dopo qualche chilometro. Diciamo qualche decina di chilometri. Il segreto per farla nostra è cambiare il concetto di guida e l'impostazione classica: con il manubrio vicino al corpo, bisogna fidarsi e andare oltre l'istinto, spingendosi ancora più in avanti per caricare il peso sull'avantreno. L'anteriore è talmente leggero che sembra non esistere e invece c'è e, quando iniziamo a fidarci e a divertirci, morde l'asfalto con grande sicurezza e precisione. Il grip è grande ed è tanta la confidenza che regala anche il posteriore da 180/55, ben supportato dal mono Sachs e dal telaio a traliccio. La frenata, grazie ai due dischi da 320, alle pinze radiali e (finalmente) all'ABS, è uno dei punti di forza di una moto che, pesando 178 kg a secco e vantando oltre 125 Cv di potenza massima, richiede un reparto al top della categoria. Agile come una bicicletta nei rapidi cambi di direzione, offre il meglio in entrata di curva  (precisa come un bisturi) e in uscita è talmente divertente che il sorriso sul volto si rivela ben collegato alla mano: più quest'ultima gira la manopola del gas, più denti spuntano sotto al casco. Il tre cilindri è lineare e la prima botta di adrenalina la regala dopo i 5.000 giri ma è superati gli 8.500 che la Rivale diventa in un istante come il Blu Tornado o il Katun: una giostra da cui non vorresti mai scendere.

A voler fare i "bacchettoni", c'è da segnalare il cambio un po' duretto (in più la pedanina è di dimensioni "elfiche" per un 45 di piede), lo sterzo poco aperto e l'infelice scelta (stile Ducati Hypermotard) degli specchietti fissati alle estremità dei paramani: nel traffico cittadino, al terzo retrovisore sfiorato con relativo sguardo di rimprovero degli automobilisti bloccati in fila, l'istinto di chiuderli prende quasi il sopravvento sul codice della strada. Altre note negative, ma queste sono legate all'anima sportiva e solitaria della Rivale, sono lo spazio limitato e scomodo per il passeggero e una protezione aerodinamica praticamente inesistente: si viaggia esposti al vento e alle intemperie ma per vivere questo tipo di emozioni, qualche compromesso bisogna pur accettarlo.

Abbigliamento utilizzato per la prova:

Giacca Alpinestars Gunner Waterproof
Guanti Alpinestars Archer X-Trafit

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA