Agag: "voglio una Gen5 pari a una F1"

Abbiamo intervistato il presidente e fondatore della serie elettirca ed ecco cosa ci ha detto su presente e futuro della categoria
Agag: "voglio una Gen5 pari a una F1"© Getty Images
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Negli occhi ancora la gara di Portland, passata alla storia per il record di sorpassi visti in pista, oltre 400, ma Roma non sarà sicuramente di meno. Perché, in fin dei conti, negli USA sono stati i giochi di scie a innescare tanto dell'azione in gara, mentre il circuito della Capitale è tra i più amati del calendario da i piloti, perché per caratteristiche esalta la velocità e la tecnica dei protagonisti in macchina.

E specialmente perche il doppio ePrix dell'Eur rischia di essere decisivo per l'assegnazione dei titoli viste le situazioni di classifica.

Il sipario sulla Stagione 9, dunque, si sta per chiudere in maniera spettacolare. E all'alba della prima decade di vita della prima serie nata al mondo dedicata a veicoli elettrici, abbiamo chiesto ad Alejandro Agag, fondatore e presidente del campionato, di fare un bilancio, di come si immagina il futuro della FE e molto altro.

Presidente Agag, la Formula E sta per tagliare il traguardo dei primi 10 anni di attività, come immagina i prossimi 10?

"Se penso al passato, a come abbiamo iniziato, il salto di performance è stato incredibile. Nella nostra prima gara, a Pechino nel 2014, avevamo monoposto che andavano al massimo a 150 km/h e ne dovevamo avere due per finire l'evento perché le batterie non avevano abbastanza capacità, mentre ora toccano i 270 km/h con la carica per fare tutta la gara. Dunque, tra la Gen1 e la Gen3, il salto tecnologico è stato enorme e quando arriverà la Gen4 ci avvicineremo ai massimi livelli del motorsport e poi voglio una Gen5 pari a una F1 come prestazioni. Lo sviluppo tecnologico ci regalerà macchine tanto veloci che, forse, dovremmo abbandonare i le città per le piste, ma resta incredibile quello che si sta facendo con i budget che hanno a disposizione i team, visto che con al massimo 30 milioni di dollari si copre una stagione. Dopo il covid siamo ripartiti alla grande, con eventi sempre sold out anche in posti dove non eravamo mai stati come a Portland, quindi in futuro mi aspetto sempre più pubblico. Stiamo lavorando bene, la Serie è destinata a crescere".

La Formula E ha avuto successo, al contrario di altri esperimenti partiti dopo come l'ETCR o l'EGT nato e mai partito nel 2017, mentre è ancora tutto da vedere come finirà il nuovo tentativo FIA con le GT elettriche. Come se lo spiega?

"È stato molto difficile organizzare il campionato e tenerlo in vita fino ad ora. La nostra forza sono stati il concetto originale, il lavoro dei team e l'essere diventati un campionato del mondo con il sostegno della FIA. La Federazione ha sostenuto e spinto anche gli altri che però, alla fine, non ce l'hanno fatta anche per colpa del Covid, trauma che siamo riusciti a superare. Abbiamo superato momenti difficili con l'addio di case come Mercedes, Audi e BMW, ma ne abbiamo accolte altre come McLaren e Maserati. Insomma, abbiamo lavorato bene e siamo ancora qui".

L'Italia e Roma restano tappe irrinunciabili per la Formula E?

"Roma è una gara storica e non è a rischio per il futuro, anzi credo che quanto prima dovremmo iniziare i discorsi per il rinnovo del contratto che scade nel 2025. Cosa può essere a rischio è la data, io preferisco Aprile all'estate, ma staremo a vedere cosa succederà con i prossimi incastri del calendario. Abbiamo Maserati tra i team, Dallara ci fa le monoposto, qui abbiamo avuto sempre un'ottima risposta del pubblico e un gran rapporto con tutti partner coinvolti. L'Italia fa parte del DNA della Formula E e spero che presto Roma rinnovi per almeno altri 5 anni".


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