CO2 giù con auto moderne: sì a nuovi incentivi 

Il parco auto italiano è vecchio, poco sicuro e inquinante. Per rinnovarlo bisogna incentivare non solo le auto elettriche ma anche gli ibridi e le endotermiche di nuova generazione
CO2 giù con auto moderne: sì a nuovi incentivi © EPA
Massimo Ghenzer
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Il mercato italiano dell’auto non ha ancora ripreso la marcia verso i due milioni di automobili l’anno, appena sufficienti per rinnovare un parco vecchio, poco sicuro e inquinante. Più di dieci milioni di vetture circolano nel nostro paese da euro zero a euro tre. Vanno sostituite rapidamente se vogliamo contribuire con i fatti e non con le buone intenzioni al miglioramento dell’aria che respiriamo. Sappiamo bene che il nemico da vincere è proprio l’anidride carbonica e questi modelli ne emettono molta. Sono vetture che valgono quasi niente nel mercato e che possiamo soltanto rottamare. Ma è illusorio pensare che i proprietari acquistino una vettura elettrica in sostituzione. Non hanno le disponibilità economiche per spendere più di 30.000€. Possono permettersi una vettura euro sei o un ibrido leggero al di sotto di trentamila euro. Per invogliarli bisogna approvare degli incentivi all’acquisto come è stato fatto con successo in passato. Mettere gli incentivi sull’elettrico significa poco in termini di CO2 perché i volumi sono bassi e soprattutto si vanno a incentivare le classi più abbienti che hanno maggiori disponibilità economiche di chi possiede un euro tre.

Non si è ancora capito se questo Esecutivo ha intenzione di approvare una strategia per l’automobile che vada nel senso del mercato. Nei primi sei mesi di quest’anno si è consegnato di più dello scorso anno ma non si è venduto di più. Le consegne si riferiscono agli ordini clienti accumulati in passato. I nuovi ordini sono in diminuzione negli ultimi mesi. Basta osservare quello che si vende di più nel nostro mercato e si capisce che il cliente medio, il più numeroso, compera auto a buon mercato, di più non si può permettere. Il Governo ascolti cosa dicono le associazioni imprenditoriali del settore e agisca di conseguenza, così può rianimare il mercato e ridurre la CO2


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