Le Case bilancino profitti e volumi in chiave Cina

Le Case europee aumentano i prezzi ben al di sopra del tasso di inflazione per autofinanziarsi, si aprono così spazi enormi di mercato per le Case cinesi
Le Case bilancino profitti e volumi in chiave Cina© ANSA
Massimo Ghenzer
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I produttori europei malgrado i profitti realizzati nel 2022, sembrano essere presi in mezzo dai concorrenti globali e risultano marginali al grande quadro mondiale dell’automobile. Ad occidente ci sono gli americani che stanno incentivando le imprese ad investire negli USA per produrre vetture adatte alla transizione energetica. Ne consegue che anche gli europei sono tentati ad investire in America. In oriente ci sono i cinesi che prendono sempre più spazio nel mercato mondiale, si stanno organizzando per sbarcare in Europa e vantano vantaggi competitivi nei costi e nelle materie pregiate.

Nel mercato globale poi c’è la Tesla che cresce e sceglie strategie spiazzanti e difficili da contrastare come la riduzione dei prezzi e il processo digitale di vendita. I prossimi mesi e i prossimi anni saranno cruciali per l’industria europea che deve trovare una strategia che coniughi profitti e volumi, per evitare lo smantellamento dei centri di produzione. Il diktat di Bruxelles sul 2035 sta richiedendo investimenti come mai prima.

La remunerazione del capitale investito nell’industria automobilistica non è attraente per il mercato dei capitali, così che gli europei sono costretti ad aumentare i prezzi ben al di sopra del tasso di inflazione per autofinanziarsi, lasciando però così spazi enormi di mercato ai cinesi. I produttori tedeschi che sono sempre stati avanzati da un punto di vista tecnologico stanno incontrando molti ostacoli difficili da superare nella conversione all’elettrico e debbono fare i conti con i progressi tecnologici dei cinesi e i loro costi contenuti. Un cambio di rotta è richiesto per i produttori europei per non lasciare sul campo volumi e fatturato.

In tutto questo l’Italia se non si organizza rimane fuori dai giochi con il centro decisionale non più a Torino ma a Parigi. Periodo difficile e complicato dove il ruolo della UE e dei Governi deve essere coordinato, condiviso e con una visione europea e non soltanto nazionale.


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