70 anni Ferrari: lunga vita alla Rossa

Da Marchionne a Vettel passando per Lauda e Piero Ferrari: decine di ospiti d'eccezione si sono riuniti a Fiorano per celebrare il giorno dell'orgoglio rosso
70 anni Ferrari: lunga vita alla Rossa
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Pasquale Di Santillo

FIORANO. Diciamolo, se Hamilton non avesse rovinato la festa di Monza rifilando al povero Vettel quei 36" di distacco che ancora fischiano nelle orecchie di tutti gli uomini Ferrari, come le parole ("imbarazzante") dell'infuriato Marchionne, difficilmente ci sarebbe stato un compleanno di 70 anni più bello di quello vissuto ieri sera a Fiorano. Nonostante il mezzo nubifragio che si è abbattuto durante lo spettacolo Rosso 70 e per tutta la durata della cerimonia.

Eppure si riparte proprio da qui, per volare a Singapore e provare a dimostrare domenica che il discorso Mondiale è ancora aperto, con la Ferrari capace di giocare tutte le carte sul tavolo iridato. Si riparte da qui e dai volti distesi di Vettel ("Sono tutte belle queste Ferrari, non saprei quale scegliere") e Raikkonen, camicia bianca e completo d'ordinanza blu da quello ancora più sorridente di John Elkann, il presidente del Gruppo FCA ("il fondatore di tutto questo sarebbe orgoglioso di vivere giornate come questa”), con tanto di camicia rosso sgargiante e di Piero Ferrari ("la Ferrari più bella? La 275 GTB che mi regalò papà per i 18 anni").

Anche se sono le parole di Sergio Marchionne, con la sua personale divisa, il pullover blu, a dare il senso preciso dell'anniversario e della cerimonia, compresi messaggi chiari un po' a tutti. Senza dimenticare si intende i ringraziamenti di rito ai clienti, ai tifosi e agli uomini e alle donne dell'azienda Ferrari e ai piloti invitati alla festa dei 70 anni. Tutti tranne uno, ovviamente Luca di Montezemolo, non invitato e mai nemmeno citato o apparso durante la ricostruzione della storia della Ferrari «Essere il presidente della Ferrari è un privilegio e una grande responsabilità. Questa azienda non solo è simbolo di eccellenza, lusso, design e innovazione tecnologica, ma soprattutto rappresenta alcuni valori. Sono i valori dell'Italia e dellitalianit nel mondo. Sono i valori in cui credeva un ragazzo nato a pochi chilometri da qui e che hanno preso corpo proprio su queste strade 70 anni fa, in un'Italia che riemergeva a fatica dalle macerie della guerra. Quello che Enzo Ferrari ci ha insegnato vale ancora oggi. Per questo vorrei invitare a tutti noi a non abbondonare mai i propri sogni ma di continuare a impegnarsi, prendere dei rischi per realizzarli (parafrasando di fatto un vecchio discorso del Drake ndr). È il solo modo per lasciare un segno e fare la differenza. È quello che noi cerchiamo di fare ogni giorno in Ferrari, alzando sempre il livello e migliorando i nostri standard di eccellenza. E questo che ci rende orgogliosi, questo che fa di noi la Ferrari». E sulla festa: «Sono molto contento, è ventuta tanta gente e l'asta è stata incredibile. Il fatto che i proventi, gli 8.300.000 euro battuti per LaFerrari Aperta andranno a Save the Children la dice lunga sulla clientela della Ferrari. E' gente generosa. Ho avuto la tentazione di comprarne un paio anche io...»

Parole che hanno di fatto aperto, rigorosamente in inglese in onore degli oltre 5.000 invitati internazionali, lo spettacolo ideato e realizzato da Marco Balich, l'uomo dell'Albero della Vita dell'Expo di Milano e quello della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Rio. Stavolta il palco è stato pensato come un cubo magico, con al centro un ampio video dove Balich ha raccontato passato, presente e futuro della storia Ferrari, sfruttando comparse, ballerini e personaggi dal vivo, per uno spettacolo interattivo. Con tanto di concerto finale di Jamiroquai. In definitiva una performance di grande impatto emozionale, con qualche spunto interessante, che ha colpito gli ospiti, ma niente di originalissimo e con qualcosa di già visto, al netto di lavorare sotto un nubifragio con un palco reso pericolosissimo Il tutto di fronte alla platea di clienti e protagonisti: da Lauda ad Arnoux, da Alesi a Jean Todt e ai molti altri piloti capaci di scrivere le pagine di quella stessa storia che ha appena toccato i suoi primi 70 anni, ma che proprio da Singapore è pronta a scriverne almeno altri 70.

Particolarmente toccante e commovente il richiamo a Michael Schumacher sia nel discorso di Marchionne che nelle immagini dello spettacolo che ha raccolto un autentico boato dal pubblico insieme a quelle di Gilles Villeneuve. Riprendendo una delle tante frasi di Schumi sulla importanza di non perdere mai la voglia di lottare e combattere per migliorare e raggiungere la vittoria, il mega video sul palcoscenico ha chiuso la serata con un hashtag potente: #Keepfightingmichael Un incipit evidentemente subito raccolto da un Marchionne un po' meno infuriato di Monza: «Lì ci siamo resi conto di quanto non dovessimo fare ciò che abbiamo fatto. Un errore ingenuo, non è stata una bella gara. Sebastian (Vettel, ndr) ha avuto un problema al 40° giro, cosa che non tutti sanno. E lui non poteva spingre per recuperare su Ricciardo. Comuqnue cose che non avrebbero cambiato il risultato, Non è sata una bella gara, ma abbiamo imparato molto e andiamo a Singapore per combattere. Stiamo lavorando e continuiamo a farlo. Comunque sono fortunato. Nella vita ho avuto parecchie occupazioni che non mi hanno reso orgoglioso, questa è veramente la cosa più bella che abbia mai fatto». Su questo non ci sono davvero dubbi. Lunga vita alla Rossa

 


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