La Bestia di Torino torna a correre

Negli anni '10 frantumò diversi record di velocità grazie a un motore da 290 cavalli che la portò a raggiungere i 290 orari. Oggi, dopo 100 anni di assenza, la Fiat S76 torna in pista al Goodwood Festival of Speed.
La Bestia di Torino torna a correre
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Questa è la storia di una delle auto più straordinarie della storia. Una di quelle che avrebbe meritato un film di Hollywood tipo The Aviator. 1911: l’Italia è unita da soli 50 anni e al governo (per la quarta volta) c’è Giovanni Giolitti che sta per imbarcare il Paese nell’avventura coloniale di Libia. Sono anni di sconfinata fiducia nel progresso, nelle scienze, nella tecnica e battere i record, in terra, cielo e mare, è la moda del momento. Fiat decide di regalare al Regno d’Italia il primato di velocità terrestre e per farlo viene progettata la S76 (dal nome del motore), poi divenuta famosa come Fiat 300 HP Record o semplicemente come la Bestia di Torino

L’S76, per dimensioni, è un motore che farebbe letteralmente impallidire quello di una Bugatti Veyron: 4 cilindri in linea e una cilindrata, mostruosa, di 28.353 cc (28 mila 300 centimetri cubici!) in grado di erogare ben 290 cavalli. Oggi decine di modelli sul mercato hanno motori da 300 cavalli e già quando le guidiamo proviamo un brivido nonostante tutta l’elettronica che semplifica la vita. Ora provate a immaginare un siluro d’acciaio di quasi due tonnellate con sospensioni a balestra e ruote con pneumatici 895 x 135. Nonostante l’aerodinamica fosse per l’epoca eccezionale e il peso contenuto (viste le dimensioni del motore e i materiali utilizzati), solo un folle adepto della Dea Velocità può pensare di pilotare il mostro. E magari di sopravvivere. 
Uno dei primi è il leggendario Felice Nazzaro, che la guida per le strade di Torino sparando fiammate sulle teste degli attoniti passanti, raggiungendo i 185 orari e giudicandola incontrollabile. Tocca poi a un altro mito del Motore, Pietro Bordino, salire in sella: a Brooklands, Inghilterra, tocca i 200 chilometri orari, ribadendo poco dopo il record sulla spiaggia di Saltburn e rischiando di finire in mare a causa dell’alta velocità. Bordino lascia, arriva l’americano Arthur Duray e nell'aprile 1912 a Long Island, la Fiat 300 Hp Record è in grado di percorrere il miglio all'aeronautica velocità di 290 km/h. Poi un rapido oblio. Uno dei due esemplari viene smantellato per evitare che la concorrenza potesse carpire segreti, l’altro viene acquistato da un australiano. Dopo 100 anni il collezionista britannico Duncan Pittaway acquista l’auto e inizia un minuzioso restauro che dura ben dieci anni. Il prossimo 25 giugno la Bestia tornerà a correre al Goodwood Festival of Speed. Godspeed!
 

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