Malagò, Sharapova non è primo caso russo

Il n.1 del Coni, perde tutto lo sport ma l'antidoping funziona

            
            Malagò, Sharapova non è primo caso russo
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(ANSA) - ROMA, 8 MAR - "Il caso di Maria Sharapova è un fulmine a ciel sereno, anche se paradossalmente l'ipotesi era proprio dietro l'angolo e la risposta più ovvia veniva associando un discorso di Russia con il suo problema. Perché ho scoperto che questo discorso riguarda altri atleti in altre discipline". Lo sostiene il presidente del Coni Giovanni Malagò, commentando il caso di doping della tennista russa. "Fa riflettere - continua Malagò, a margine della presentazione del Ciclopellegrinaggio - Com'è possibile che questo tipo di farmaco proibito lo prendessero atleti che fanno sport così diversi? Certo, è un brutto colpo d'immagine per l'atleta, venerata oltre la sua grandezza di risultati sportivi, che sono stati immensi. Dispiace perché quando succedono queste cose, di fatto è lo sport con i suoi simboli ed emblemi a perdere". Per il n.1 dello sport italiano, la vicenda è tuttavia "la dimostrazione che il sistema antidoping funziona: siamo ai primi di marzo e lei è stata presa in flagrante a gennaio con grande tempestività".

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