(ANSA) - MILANO, 03 MAG - I fratelli Alessandro e Nicola
Fazio, con le loro società nel settore della sicurezza, compresa
quella del palazzo di Giustizia di Milano, assieme a Luigi
Alecci, Emanuele Micelotta e Giacomo Politi, legati al clan
mafioso dei Laudani, non solo sono riusciti "a inserirsi nel
mondo imprenditoriale lombardo e nazionale, ottenendo contratti
di appalti di rilevante valore economico e (...) spessore
simbolico" ma anche a "allungare i (...) tentacoli fino a
lambire i vertici dell'amministrazione comunale meneghina".
Lo scrive il gup Giusy Barbara nelle motivazioni della
sentenza con cui lo scorso febbraio ha inflitto in abbreviato
pene che vanno da 1 anno e 2 mesi a 5 anni e 4 mesi a 11 persone
- tra cui 3 anni a un'ex funzionaria del Comune di Milano,
Giovanna Maria Afrone - finite nell'indagine su presunte
infiltrazioni della famiglia catanese in appalti della Lidl e
della Securpolice.
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