(ANSA) - ROMA, 23 GEN - "Una ferita per tutta l'Italia e per
tutta la Sardegna in generale. Per chiunque abbia praticato lo
sport e lo ami è uno dei più grandi esempi di umanità, di valore
e di amore per la squadra e la maglia. Ha insegnato cosa voglia
dire sentirsi a casa e mi ha lasciato con il cuore distrutto".
Nato in Lombardia, come Gigi Riva, ma sardo per le origini
paterne e per l'attaccamento all'Isola, Filippo Tortu è rimasto
profondamente colpito dalla scomparsa dell'attaccante eterno
simbolo del Cagliari.
"Io caratterialmente mi sono sempre sentito simile a lui -
dice ancora, dai microfoni di Radio Sportiva, lo sprinter oro
olimpico della 4X100 -, molto riservato ma allo stesso tempo
semplice nelle relazioni e nel rapporto con la città. Pur non
essendo nato in Sardegna come me, era diventato uno sardo vero,
e per me è stato e sarà ancora parte importante della mia vita".
Infatti l'attaccamento alla maglia, e in questo caso al
Cagliari, non sono solo parole, ma un sentimento autentico.
"Questa è qualcosa che io provo tutti gli anni - sottolinea
Tortu -. Quando devo preparare una gara importante vado a farlo
in Sardegna, perché lì mi sento accolto e a casa e questo mi fa
stare bene. Non è una cosa scontata, la gente ti considera parte
integrante del popolo sardo e lui, Riva, ha provato le stesse
cose". E poi "l'impresa di quello scudetto del 1970 è qualcosa
di straordinario e ancor di più è l'essere rimasto a Cagliari,
sottolineando come non ci sia solo una componente sportiva ma
anche di cuore, emozione e appartenenza". "Riva non ho avuto mai
il piacere di conoscerlo, ma è stato uno sportivo che mi ha
affascinato molto. Se devo pensare a un momento che mi è rimasto
impresso - aggiunge -, forse dico il suo infortunio alla gamba
in Nazionale: ha fatto capire che non avrebbe mai tolto la gamba
nel difendere la maglia dell'Italia. Mi ha lasciato sempre molto
impressionato questo dare tutto per quello che si ama, qualcosa
che ogni sportivo dovrebbe avere bene in testa". (ANSA).
© RIPRODUZIONE RISERVATA