Shaqiri e quella pericolosa stretta di mano con l'imam

Il trequartista nerazzurro immortalato assieme ad un imam accusato di terrorismo internazionale. La difesa: «Non sapevo chi fosse»
Shaqiri e quella pericolosa stretta di mano con l'imam
Simone Zizzari
2 min

ROMA - Una stretta di mano a volte può essere letale. Un sorriso, una foto, un abbraccio con un tifoso (che poi tifoso non è) e il gioco è fatto. Monta la polemica e subito dopo le scuse del giocatore, il più delle volte protagonista involontario della vicenda. Lo scivolone stavolta è toccato al trequartista svizzero dell'Inter Xherdan Shaqiri che ha incontrato - con tanto di calorosa stretta di mano - l'imam di Pristina, Shefqet Krasniq. Chi è costui? Niente di che, solo la guida spirituale arrestata nel settembre 2014 con l'accusa di terrorismo internazionale e incitamento all'odio religioso. Ovviamente la foto fa subito il giro del web e i tifosi di ogni colore sono lì a chiedersi: «Che caspita ci fa uno come Shaqiri con un personaggio così?». Neanche il tempo di porsi la domanda che subito arriva la puntualizzazione del giocatore sui suoi profili social: «Non lo conoscevo, mi si è presentato come un tifoso qualunque e mi ha chiesto una foto. Ottengo spesso richieste come queste e accetto sempre. Sarebbe stato scortese rifiutare la sua. Non mi ha invitato lui, non posso chiedere i precedenti penali a chiunque si presenti per chiedermi una foto, se ha un precedente penale o meno. Non ero a conoscenza del fatto che fosse associato al terrorismo, noi Shaqiri siamo musulmani devoti ma gli integralisti devono stare alla larga da noi. Condanno fermamente chi usa la mia popolarità per i problemi personali e i media che incitano la gente ad andare l'uno contro l'altro inutilmente». Un peccato di ingenuità, dunque.


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