Intervista a Michele Dalai: «L'Inter? Sono preoccupato. Sarri sarà la rivelazione»

Lo scrittore, in libreria con il suo ultimo lavoro "Onora il babbuino" ci racconta il suo amore verso i colori nerazzurri, Cassano e Cantona
Intervista a Michele Dalai: «L'Inter? Sono preoccupato. Sarri sarà la rivelazione»
Simone Zizzari
9 min

ROMA - Interista, prima di tutto. Poi editore, scrittore, conduttore radiofonico, autore televisivo. Michele Dalai è una forza della natura in perenne movimento. Simpatico, affabile, dotato di un talento incredibile, quello di riuscire a catturare l'attenzione. Lo ha fatto anche stavolta con il suo ultimo lavoro "Onora il babbuino", un libro da leggere tutto d'un fiato che racconta la storia di Cardo, carabiniere emigrato nella periferia di Torino che prepara il grande colpo della vita in mezzo ad un mondo fatto di zie rincoglionite, leoni parcheggiati dallo sfasciacarrozze e donne di strada fedeli servitrici dello stato. E' un racconto divertente, leggero che disegna un universo tutto da scoprire, pieno di personaggi di cattivo gusto che però non si riescono ad odiare. L'umorismo tracima in ogni pagina, e la storia non rallenta mai grazie anche a battute che non possono non strappare una risata. «La vita è un grande bar. Comportati da uomo e nessuno ti fotterà il caffè», recita il libro ad un certo punto. Ecco, è proprio dal bar che l'intervista a Michele Dalai comincia. Un bar diverso da quello raccontato nel libro, un bar molto più 'italiano': quello dello sport, frequentato da sessanta milioni di commisari tecnici.

Partiamo dalla tua Inter e dalle indiscrezioni di mercato che riguardano i vostri cugini... Da nerazzurro quale sei, saresti preoccupato (o deluso) dal ritorno al Milan di Ibrahimovic?
Da interista sono preoccupato, la frase può finire così. Ibrahimovic è un giocatore straordinario ma l’ho già visto con quella maglia e ormai son ferite rimarginate. Il Milan ha un ottimo allenatore, prendesse anche Ibrahimovic sarebbe di certo una delle squadre da battere

Dopo aver visto le prime uscite stagionali dell'Inter, rivoluzionata molto sul mercato e ancora in difficoltà nel reparto avanzato, pensi che la squadra possa ambire a vincere lo scudetto?
Penso che in questo momento ci siano molto equivoci da risolvere, il primo tra tutti è il palese e malcelato nervosismo di Mancini, che ha chiesto una rivoluzione ma pare non essere pervaso dallo spirito incendiario che le rivoluzioni chiedono. Come ovvio il mio non è un giudizio tecnico, quelli li lascio ai tecnici (appunto), ma se posso considerare e valutare il lato umano del tutto, quello di Mancini a oggi non mi pare un gran ritorno. Molti proclami, poco gioco e una nuova tendenza auto-assolutoria che ad altri non sarebbe stata concessa

Fammi la tua personale griglia di partenza in chiave scudetto: Juve e Roma sempre davanti a tutte le altre?
La Juventus ha un’organizzazione societaria e un approccio alle competizioni unico in Italia. Non si improvvisa. Aveva un problema di ricambio generazionale e mi pare che abbia lavorato molto bene in quel senso. Confermarsi è molto difficile ma gli strumenti e gli uomini per farlo ci sono tutti. La Roma ha l’obbligo di provarci, davanti ha uomini di eccezionale equità e ha aggiunto esperienza internazionale a un gruppo che già aveva pochi difetti. Anche qui il dubbio è Garcia e il suo rapporto con i ragazzi che allena. L’anno scorso, al di là della grande stagione della Juventus, è parso chiaro a tutti gli osservatori un po’ disincantati che parte della squadra l’ha abbandonato al suo destino. Bisogna mettere la chiesa al centro del villaggio ma contemporaneamente trasferire le proprie vicende personali fuori dalle mura

Cosa ne pensi di Sarri, il nuovo tecnico del Napoli? Dove può arrivare la sua squadra in questa stagione?
Sarri è una persona interessante, fuori dagli schemi di questo noiosissimo mondo del calcio italiano. Ha fatto la sua lunghissima gavetta, credo se ne fotta di smartphone, social e cravatte a nodo largo, legge e cita senza mai sbagliare, conosce gli uomini prima ancora che i giocatori. A me piace moltissimo, gli auguro ogni fortuna perché sarebbe la fortuna anche di tutti noi che amiamo un calcio un po’ più romantico e scassato

Cassano torna alla Sampdoria, Balotelli si allena da solo al Liverpool e non trova ancora una sistemazione. Mentre il primo ha voglia di provare un'ultima grande esperienza professionale, il secondo riuscirà mai a tornare protagonista in campo?
Antonio Cassano è un prodigio, un dono del cielo al nostro calcio. Ha un carattere complicato e a volte non si sa gestire, ma vederlo in campo è pura poesia. Balotelli sta dimostrando che il calcio gli interessa poco o nulla. Non gli piace, non si diverte a giocare e non ha etica del lavoro. Questo rende difficile il giudizio su un atleta che ha ballato per due stagioni sole, troppo poco

Il Lugano di Zeman ne ha prese sei in una delle sue ultime partite di campionato. Sei mai stato un seguace del boemo? Che idea hai tu del calcio?
No, non amo l’idea del santone, del taumaturgo che guarisce le squadre con la sola imposizione delle mani. Il suo Foggia giocò un calcio memorabile, la sua Lazio visse della certezza che non avrebbe mai vinto, pur con un gruppo di giocatori davvero forte. Ha un ruolo nell’economia della litigiosità del calcio italiano, è una persona di grande ironia e intelligenza ma credo che il suo metodo di guida sia totalizzante e non ammetta crepe né dissenso. Se il gruppo non è coeso, finisce tutto in un pasticcio

Il tuo “Onora il Babbuino” è come una droga. Lo leggi una volta e appena lo finisci hai voglia di ricominciare subito daccapo. Cosa ha di speciale Cardo, il protagonista di questo romanzo?
Grazie, di cuore. Cardo è speciale perché pur non essendo uno di noi (saremmo ben pericolosi e molto meno bravi ragazzi di come ci vendiamo), in qualche modo è uno con noi, uno di quei mattatori da bar che tutti abbiamo incrociato e che ci hanno ammaliato con storie mirabolanti di donne e malaffare. Di quelli come Cardo pensiamo sempre che abbiano una gran fantasia e che si raccontino all’eccesso, abusando di episodi e mitologia personale, ma in fondo sono straordinari e un po’ mi dispiace per chi non ha mai incrociato il suo Cardo

Come mai questa scelta di partecipare al Processo del Lunedì?
È una bella scommessa. Un format storico riportato sulla rete che ne ha fatto le fortune, il Processo è stato il Big Bang che ha scatenato le centinaia di tentativi di imitazione successivi. Come la Settimana Enigmistica, ci hanno provato tutti. Parlare di calcio con la competenza dell’uomo della strada è una sfida pericolosa e molto divertente, l’idea di fondo che sta dietro a questa operazione è però ancora più affascinante: abbassare il volume e provare a riderci su. Il cast lascia ben sperare, ce la metteremo tutta

Quali personaggi sportivi ti piacerebbe raccontare nel tuo programma radiofonico su Radio2 'Ettore'? E' vero che c'è l'intenzione di prolungarlo fino al prossimo inverno?
Posso confermarti che saremo in onda per la prossima stagione, tutti i weekend dalle otto alle nove di sera, l’orario perfetto per raccontare (o come dicono ora quelli molto fighi, per lo storytelling). Mi piacerebbe raccontare la storia dei minori (o presunti tali): Peppiniello Di Capua, Parisi, Giovannelli, Premier… Tutti vincenti, atleti e personaggi fantastici di cui ci siamo dimenticati troppo in fretta.

Di quale personaggio dello sport in generale ti piacerebbe scrivere una biografia? E qual è la biografia sui personaggi dello sport che ti è piaciuta di più?
Eric Cantona, senza dubbio. So che è molto restio, protegge il suo mito, ma resta un protagonista dello sport e della società civile come ce ne sono pochi. Il suo documentario sui grandi del calcio è meraviglioso. Dovrei dirti Open, sarebbe la risposta più sensata, ma ho amato moltissimo "Pantani era un Dio", di Marco Pastonesi e “Fuori Gioco”, l’autobiografia di Tony Adams

Dzeko, Mandzukic, Kondogbia, Jovetic, Bacca: la serie A è diventata di nuovo una meta per i grandi campioni del calcio mondiale. Secondo te a cosa è dovuto questo ritorno di fiamma?
Credo si chiami ‘o la va o la spacca’. Il prodotto calcio italiano è dozzinale e noioso. Stadi drammatici, giocatori mediocri, società che boccheggiano. Si sceglie la via più semplice e si tenta di stupire con effetti speciali straordinari, ai bilanci penseremo più avanti

Ultima domanda: chi sarà secondo te il grande protagonista della serie A che sta per partire?
Come ti dicevo, spero Maurizio Sarri. Lui e Jovetic, sarei felice se riuscisse a smentire uccellacci e gufi e dimostrasse che gli infortuni sono il passato e il talento sublime è il presente


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