Mamba Djokovic: come ha scritto la storia

In finale ha battuto Medvedev. «Io e Kobe, stessa mentalità. Per me c’era sempre»
Alessandro Nizegorodcew
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«Il momento in cui ti arrendi, è il momento in cui lasci vincere qualcun altro». Probabilmente Kobe Bryant avrebbe descritto così gli attimi decisivi del secondo set tra Novak Djokovic e Daniil Medvedev, quando Nole è stato a un passo dal baratro (sportivo) per poi risollevarsi e dominare la finale degli US Open 2023. Il titolo Slam numero 24 porta una doppia firma: Djokovic e Bryant. «Kobe (scomparso in un incidente in elicottero nel 2020, ndc) era un caro amico - ha raccontato il campione serbo, indossando una t-shirt che li ritrae l’uno accanto all’altro -. Abbiamo avuto modo di parlare spesso della mentalità vincente, quando io ero fermo per infortunio e lottavo per cercare la strada che mi riportasse in alto. È stata una delle persone su cui ho fatto maggiore affidamento: c’era sempre, per qualsiasi genere di consiglio, per ogni tipo di supporto. È diventato una leggenda dei Lakers indossando la maglia n.24 e ho pensato che potesse essere un gesto simbolico per rendere omaggio a tutto ciò che ha fatto». Parole forti, commosse, dopo l’ultimo atto newyorchese che è stato, guardando il risultato di 6-3 7-6(5) 6-3 solo apparentemente semplice. «Il secondo set è stato uno dei più duri della mia carriera, ero esausto», ha spiegato.

Djokovic, il match con Medvedev

Djokovic chiude la stagione Slam 2023 con un match che è l’emblema della sua carriera. Primo set dominato, secondo parziale per lunghi tratti a inseguire un Medvedev ai limiti della perfezione, palle break e set point annullate con colpi fuori da ogni logica (per tecnica, tattica e coraggio) e terzo set di rara sagacia. Un piccolo ‘Bignami’ di tennis firmato Nole. Medvedev, anni fa, rese omaggio al campione serbo spiegando che quando lo si affronta non si sa mai cosa possa accadere, perché Djokovic può interpretare tatticamente ogni genere diverso di match. E così è stato. Nel momento di difficoltà Nole si è buttato a rete, giocando forse le migliori volée della sua vita.

Djokovic, numeri da record

Il titolo Slam n.24 (quarto a New York) consente a Djokovic di raggiungere Margaret Court nella classifica di tutti i tempi. La vetta, in solitaria, sarà l’obiettivo già dal prossimo Australian Open, una sorta di feudo per Nole che lo ha conquistato 10 volte (oltre a 3 Roland Garros e 7 Wimbledon). Il dato sui tiebreak vinti è impressionante: negli ultimi 20 ne ha portati a casa ben 19 (95%). Morale: quando Djokovic vuole alzare il livello non ce n’è per nessuno. L’unico tiebreak perso? Quello in finale a Wimbledon contro Alcaraz. A impressionare sono anche altri numeri. Negli ultimi 10 tornei del Grande Slam ha vinto in 7 circostanze e in altre 2 ha perso in finale. Imbattibile, o quasi. È inoltre la quarta volta (2011, 2015, 2021 e 2023) che riesce a conquistare tre titoli Slam nella medesima stagione. La (noiosa) discussione sul “Goat” ( “Greatest Of All Time”) continuerà tra seguaci dei Fab3, ma i numeri rappresentano una certezza: Djokovic è il più vincente, senza possibilità di smentita. Esiste una formula per tutte queste vittorie ben oltre i 36 anni di età? «La formula giusta cambia di mese in mese - ha raccontato il n.1 al mondo -. È un dato di fatto che io debba competere con ragazzi molto più giovani di me, devo quindi concentrarmi molto sulla cura del corpo. L’obiettivo è quello di trovare il giusto equilibrio tra passione, motivazioni e lavoro quotidiano». Per continuare a vincere ancora.


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